“Quando un dogma clinico limita la ricerca scientifica e incoraggia ragionamenti circolari, l’unico risultato è il fatto che i pazienti continuano a soffrire”. Lo afferma Jack C de la Torre a proposito dell’ipotesi dell’amiloide, che “ha monopolizzato gli studi e i finanziamenti alla ricerca sul finire del XX secolo”, nell’editoriale del Journal of Alzheimer’s Disease dedicato alla prevenzione dell’Alzheimer.
“Nella ricerca sulla demenza sono stati spesi miliardi di dollari in progetti di dubbia utilità. Oggi il dogma di fine secolo che individua la causa dell’Alzheimer nei processi tossici dell’amiloide, deve essere trattato con maggiore scetticismo”, dice de la Torre.
Il nuovo speciale del Journal of Alzheimer’s Disease è interamente dedicato alla prevenzione di questa malattia che, a differenza di altre, non è ancora curabile ma solo trattabile a livello sintomatico.
Decisive dunque la diagnosi precoce e gli interventi finalizzati a prevenirne l’insorgenza e rallentarne la progressione, spostando il più in là possibile nel tempo l’emergenza dei sintomi demensiali.
Secondo JAD, che raccoglie una serie di ampie review sull’argomento, la prevenzione dovrebbe essere orientata a lavorare sui seguenti “fattori di rischio modificabili”:
- diabete tipo 2
- aterosclerosi
- iperlipidemia
- ipertensione
- ipercolesterolemia
- disturbi cardiaci
- patologie cerebrovascolari
- indice di massa corporea (BMI)
- stili di vita non salutari
Il successo dell’individuazione precoce dei fattori di rischio individuali e del trattamento preventivo può migliorare anche grazie a tecniche innovative di analisi dei dati quali l’analisi bayesiana e l’approccio “non lineare” in grado di superare i limiti della statistica tradizionale di fronte a variabili complesse e numerose come quelle in gioco nello sviluppo dell’Alzheimer.
Reference:
de la Torre JC, Basics of Alzheimer’s Disease Prevention, Journal of Alzheimer’s Disease (2010) 687–688 DOI 10.3233/JAD-2010-091580
Una nuova terapia si è imposta in Sardegna. La psiconeuroanalisi, che ha al suo attivo la completa guarigione di pazienti con molti anni di malattia. Il mondo scientifico deve prendere atto di questa realtà.