Cognizione sociale, lo stato dell’arte su Sistemi intelligenti

Cognizione sociale, lo stato dell'arte su Sistemi intelligenti.E’ dedicato alla “Cognizione sociale” il nuovo numero di Sistemi Intelligenti (Anno XXIII, numero 2, agosto 2011), rivista quadrimestrale di scienze cognitive e di intelligenza artificiale pubblicata dal Mulino. Lo speciale è curato da Anna M. Borghi, professore di Psicologia cognitiva all’Università di Bologna e ricercatore all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, e da Fausto Caruana del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, ricercatore al Brain Center for Motor and Social Cognition dell’Italian Institute of Technology.

Questo numero speciale di Sistemi Intelligenti, di sicuro interesse non solo per chi si occupa di neuroscienze cognitive ma anche per quanti operano nel campo delle scienze sociali e psicologiche, è dedicato al binomio “cognizione e socialità”. Nel volume, studiosi di indiscussa autorevolezza nella comunità scientifica Italiana e internazionale, si confrontano sulle “diverse sfaccettature dell’inclusione del dominio sociale all’interno dei vari settori delle scienze cognitive, mostrando come, anche in campi di ricerca molto distanti l’uno dall’altro, l’inserimento della dimensione sociale abbia portato ad importanti sviluppi teorici e pratici”, come si legge nell’Editoriale a firma di Anna M. Borghi e Fausto Caruana, curatori del fascicolo. Infatti – proseguono Borghi e Caruana – “proprio negli ultimi anni, la dimensione sociale ha ha acquisito una rilevanza sempre maggiore nella maggior parte delle discipline che ricadono sotto l’etichetta di scienze e neuroscienze cognitive”.

Il fascicolo si apre con uno studio di Fausto Caruana e Vittorio Gallese dell’Università di Parma incentrato sull’argomento “Sentire, esprimere, comprendere le emozioni: una nuova prospettiva neuro scientifica”, che fa il punto sui recenti risultati della ricerca neuroscientifica che hanno portato alla formulazione della “ipotesi che alla comprensione sociale delle emozioni contribuisca un ‘meccanismo mirror’ per le emozioni, ovvero un meccanismo che permette di comprendere le emozioni altrui, non appena la stessa emozione è osservata in un altro individuo, mediante il reclutamento diretto dei centri corticali attivi durante l’esperienza soggettiva della stessa emozione”. In “Cognizione sociale e neuroni specchio”, Riccardo Viale, della Fondazione Rosselli di Torino, analizza il tema della cognizione sociale sottolineando come la teoria dei neuroni specchio possa sostenere l’ipotesi che lo sviluppo del “Sé” sia dipendente dal contesto sociale, in particolare per la parte di attribuzione e relazione tra un individuo e gli altri.

Beatrice Centi dell’Università di Parma si concentra sul tema “Empatia e cultura”, analizzando nello specifico l’empatia legata alle differenze culturali, dove il mutare delle scale di valori e valutazioni di un avvenimento possono modificare in modo importante la percezione della stessa emozione tra due individui. “Lo stress sociale nei roditori: biologia, adattamento, patologia e valenza Traslazionale” è invece il tema sviluppato da Andrea Sgoifo, del Dipartimento di Biologia Evolutiva e Funzionale della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Parma: attraverso evidenze sperimentali, l’Autore sottolinea quanto rilevante sia il ruolo del “fattore sociale” sul benessere psicofisico dell’individuo.

Nell’articolo “Dimensione sociale e intersoggettività: psichiatria e psicopatologia”, Mario Rossi Monti, psicologo clinico dell’Università di Urbino, pone l’attenzione su come l’intersoggettività possa contribuire alla comprensione di patologie come autismo e schizofrenia. Secondo Paola Ricciardelli del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca e Lucia Riggio del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Parma, Autori dell’articolo dedicato alla “Interazione tra contesto sociale e meccanismi dell’attenzione”, per comprendere meglio la cognizione umana è necessario osservare un individuo all’interno di gruppi e non in contesti di isolamento. “Sulla natura delle rappresentazioni condivise” è il titolo dello studio di Sandro Rubichi e Cristina Iani della Facoltà di Scienze della Comunicazione e Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, insieme a Roberto Nicoletti dell’Università di Bologna, i quali analizzano la natura delle “rappresentazioni condivise” e i meccanismi cognitivi alla loro base.

Corrado Sinigaglia del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Milano e Marcello Costantini dell’Università G. d’Annunzio di Chieti, in “Lo spazio del mio e del tuo corpo”, si propongono di affrontare ilt ema della rappresentazione dello spazio corporeo cercando di vedere se e in che misura l’immersione in un contesto sociale possa dare forma nuova alla percezione delle “affordance oggettuali”, cioè a ciò che l’oggetto “invita” a compiere su di esso, mentre Anna M. Borghi, Claudia Gianelli e Luisa Lugli del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna, in “La dimensione sociale delle affordance: affordance tra io e gli altri”, analizzano in particolare il cambiamento di percezione dell’affordance in relazione alle azioni sottese ad esse o ai contesti sociali in cui vengono proposte.

Francesca Ferri, Giovanna Cristina Campione e Maurizio Gentilucci del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, evidenziano la presenza di uno stesso tipo di meccanismo motorio alla base della comprensione verbale e dei segni linguistici, in uno studio dedicato a “L’emergere del linguaggio e gestualità”. In “La società nella mente (attraverso il linguaggio)”, Marco Mirolli e Domenico Parisi dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma, presentano poi alcuni esempi di come l’internalizzazione del linguaggio possa modificare i processi di cognizione umana, mentre in “Linguistica in Silicio”, Vittorio Loreto e Francesca Tria della Fondazione ISI di Torino, passano in rassegna i recenti sviluppi teorico-sperimentali nell’area innovativa della “dinamica del linguaggio”, con una particolare enfasi per gli esperimenti che permettono di monitorare in modo controllato la “semantica emergente” in nuovi sistemi di comunicazione.

Vito Trianni dell’IRIDIA, Université Libre di Bruxelles, e Elio Tuci della Aberystwyth University (UK), discutono le premesse teoriche e le basi biologiche di un nuovo approccio allo studio della cognizione, definita come “Swarm Cognition: comportamenti collettivi, auto-organizzazione e processi cognitivi”. “Dalla mano invisibile all’interazione sociale”, di  Riccardo Boero e Pietro Terna dell’Università di Torino, mette in luce in particolare come all’economia manchi la dimensione dell’interazione sociale. “L’incorporazione della proprietà: il problema delle istituzioni tra scienze cognitive sociali e scienze sociali cognitive” è poi il tema sviluppato da Luca Tummolini e Cristiano Castelfranchi del dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Siena, i quali, dopo un cenno alla “teoria convenzionalista” delle istituzioni, suggeriscono diversi modi in cui un approccio incorporato e sotteso alla cognizione potrebbe contribuire alla comprensione di questo complesso modello comportamentale.

“Neuroscienze in società: come lo studio del cervello sociale ci aiuta a capire chi siamo” è il titolo dello studio di Marco Tullio Liuzza e Salvatore Maria Aglioti, del Laboratorio di Neuroscienze cognitive e sociali della Sapienza Università di Roma, Fondazione Santa Lucia: in questo articolo Liuzza e Aglioti ipotizzato che la nostra tendenza a formare gruppi sulla base di disposizioni, preferenze e ideologie possa influenzare i processi cognitivi fondamentali. Nel contributo “Simulazione ad agenti e teoria della cooperazione. Il ruolo della sanzione”, Giulia Andrighetto, Daniel Villatoro, Federico Cecconi e Rosaria Conte dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma dimostrano con una simulazione come la “sanzione” sia più efficace della “punizione” all’interno di un sistema normativo basato su Leggi.

“L’evoluzione delle intelligenze collettive attraverso l’implementazione di agenti cognitivi dedicati”, di  Francesca Arcelli Fontana e Fabio Stella del Dipartimento di Informatica Sistemistica e Comunicazione dell’Università di Milano-Bicocca, insieme a Ferrante Formato del Dipartimento di Ingegneria RCOST dell’Università del Sannio e Remo Pareschi dell’Università del Molise, illustra i criteri per classificare e confrontare le “intelligenze collettive” in base alla natura delle loro interazioni.

La rivista Sistemi Intelligenti pubblica dal 1989 temi il cui argomento sia riconducibile a fenomeni sia naturali che artificiali inerenti alle sfere del comportamento “intelligente” o “cognitivo”.  La rivista si propone di favorire la comunicazione e la discussione tra gli esperti delle varie discipline e di analizzare l’impatto dello sviluppo delle tecnologie informatiche su economia, cultura e società.

Alessandra Gilardini
Biologo, Ph.D. in Neuroscienze

Lo speciale:

Anna M. Borghi, Fausto Caruana (a cura di), Cognizione sociale, Sistemi Intelligenti, Anno XXIII, numero 2, agosto 2011, Il Mulino

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