Iperattività e inattenzione non sarebbero fattori responsabili delle difficoltà scolastiche nei bambini con ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder).
È quanto riportato in un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Abnormal Child Psychology. Gli autori hanno mostrato che le difficoltà scolastiche dipendono da difficoltà cognitive come quelle relative alla memoria di lavoro e non dalla gravità dei sintomi comportamentali come iperattività e inattenzione.
L’ADHD è un disturbo caratterizzato da persistente inattenzione e iperattività (o impulsività) che interferiscono con il comportamento dell’individuo e con le sue attività quotidiane (DSM-5, APA, 2013). Rispetto ai loro pari, i bambini con ADHD mostrano ridotte capacità in diversi ambiti cognitivi, tra cui la memoria di lavoro, cioè la capacità di tenere a mente le informazioni per il tempo necessario a utilizzarle.
Poiché una ridotta capacità di memoria di lavoro è spesso legata a scarso rendimento scolastico, alcuni autori si sono chiesti se anche le difficoltà scolastiche di bambini con ADHD dipendono da difficoltà di memoria di lavoro piuttosto che dai sintomi comportamentali specifici della condizione (Alloway et al., 2010; Rogers et al., 2011; Sjowall & Thorell, 2014).
Nello studio pubblicato sul Journal of Abnormal Child Psychology, i ricercatori hanno messo alla prova l’ipotesi che il rendimento scolastico in bambini con ADHD sia correlato con le loro capacità di memoria di lavoro, ma che non dipenda da inattenzione e/o iperattività.
Gli sperimentatori hanno quindi indagato le relazioni tra memoria di lavoro e sintomi comportamentali dell’ADHD da un lato, e rendimento scolastico, comportamento in classe e funzionamento generale dall’altro, reclutando 160 bambini di 8 anni. Per ciascun bambino sono stati valutati la memoria di lavoro e alcuni indici di rendimento scolastico: lettura, comprensione di un testo scritto e operazioni matematiche.
Per stimare la gravità dei sintomi di ADHD, sono stati utilizzati degli appositi questionari per genitori e insegnanti. Gli insegnanti hanno poi fornito un’ulteriore valutazione del rendimento scolastico e del comportamento in classe. Infine, il funzionamento generale del bambino è stato valutato da un gruppo di clinici in base a quanto emerso in un colloquio con insegnanti e genitori.
I dati raccolti sono stati quindi analizzati per capire se e in che misura la memoria di lavoro e/o i sintomi comportamentali dell’ADHD contribuissero al rendimento scolastico, al comportamento in classe e/o al funzionamento generale dei bambini.
Come inizialmente ipotizzato dagli autori, i risultati mostrano che il livello di memoria di lavoro predice in modo significativo il rendimento scolastico, ma non i problemi comportamentali in classe. Invece, inattenzione e iperattività determinano il comportamento in classe, la valutazione scolastica data dagli insegnanti e la valutazione clinica del funzionamento generale, ma non le capacità scolastiche valutate attraverso i test.
Questo studio supporta l’ipotesi che, indipendentemente dall’ADHD, i bambini con difficoltà di memoria di lavoro incontrino difficoltà scolastiche con maggiore probabilità rispetto ai bambini con abilità di memoria di lavoro nella media. Di conseguenza, la ricerca riportata contribuisce a spiegare perché alcuni interventi basati sull’incremento delle capacità di memoria di lavoro in bambini con ADHD abbiano avuto un’efficacia limitata, e soprattutto perché non inducano miglioramenti sul piano comportamentale (Chacko et al., 2014; Rapport et al., 2013; van Dongen-Boomsma et al., 2014).
Parole-chiave: ADHD, iperattività e inattenzione, memoria di lavoro, rendimento scolastico, comportamento.
Eloisa Iellici
Lo studio:
Bibliografia
- American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: American Psychiatric Association.
- Alloway, T. P., Gathercole, S. E., & Elliott, J. (2010). Examining the link between working memory behaviour and academic attainment in children with ADHD. Developmental Medicine & Child Neurology, 52(7), 632-636.
- Chacko, A., Bédard, A. C., Marks, D. J., Feirsen, N., … & Ramon, M. (2014). A randomized clinical trial of Cogmed working memory training in school‐age children with ADHD: A replication in a diverse sample using a control condition. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 55(3), 247-255.
- Rapport, M. D., Orban, S. A., Kofler, M. J., & Friedman, L. M. (2013). Do programs designed to train working memory, other executive functions, and attention benefit children with ADHD? A meta-analytic review of cognitive, academic, and behavioral outcomes. Clinical psychology review, 33(8), 1237-1252.
- Rogers, M., Hwang, H., Toplak, M., Weiss, M., & Tannock, R. (2011). Inattention, working memory, and academic achievement in adolescents referred for attention deficit/hyperactivity disorder (ADHD). Child Neuropsychology, 17(5), 444-458.
- Sjöwall, D., & Thorell, L. B. (2014). Functional impairments in attention deficit hyperactivity disorder: the mediating role of neuropsychological functioning. Developmental neuropsychology, 39(3), 187-204.
- Dongen‐Boomsma, M., Vollebregt, M. A., Buitelaar, J. K., & Slaats‐Willemse, D. (2014). Working memory training in young children with ADHD: A randomized placebo‐controlled trial. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 55(8), 886-896.
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Spero in una maggiore condivisione di queste ricerche perché continuo a sentire storie a dir poco assurde, soprattutto in ambito scolastico ma anche genitoriale, dettate dalla scarsa conoscenza del fenomeno
A parte gli appassionati e studiosi come me, pochi altri sanno cosa è l’adhd, i docenti lo rifiutano (non parlo per partito preso, sono stata nella scuola 30 anni!!), i genitori spesso non sanno niente e, purtroppo, anche gli specialisti sono a volte di ignoranza abissale e arroganza.