Alzheimer, la sfida globale del XXI secolo

Alzheimer, la sfida globale del XXI secolo.Il prossimo anno avremo nel mondo più di 35 milioni di persone con l’Alzheimer. La cifra supera del 10% le già preoccupanti previsioni del 2005 di Alzheimer Disease International (ADI). I casi di demenza raddoppieranno ogni 20 anni, fino a raggiungere quota 115 milioni nel 2050. L’Alzheimer rappresenta dunque “la sfida globale del XXI secolo”. Parola di Lancet Neurology (Dartigues JF, Alzheimer’s disease: a global challenge for the 21st century, Lancet Neurol, Dec 2009).

“Come raccomanda ADI, i governi devono sviluppare con urgenza programmi specifici per l’Alzheimer e i disturbi a esso collegati, sul modello di quanto stanno facendo Francia, Inghilterra, Australia e Korea, unici paesi nel mondo ad avere da tempo adottato strategie mirate”, scrive Jean Francois Dartigues, dell’Università di Bordeaux II, autore dell’articolo.

In realtà il fenomeno è ancora più preoccupante, vista “la quantità di casi non diagnosticati e la mancanza di registri nazionali tipo quelli attivati per tumori, malattie infettive o disturbi cardiovascolari”. Dei nuovi pazienti con demenza, infatti, solo il 33% farebbe riferimento a uno specialista e solo il 16% riceverebbe un trattamento adeguato, secondo quanto emerge da recenti studi (Helmer C et al., 2008). 

Già nel 2006 uno studio epidemiologico francese aveva messo in luce la marcata discrepanza fra numero di casi “conosciuti” dal sistema sanitario nazionale e realtà del fenomeno: in cifre, 900.000 casi reali contro 450.000 registrati (Helmer C et al., 2006).

“Servono campagne educative della popolazione e programmi più efficaci di diagnosi precoce”, dice Dartigues, richiamando le raccomandazioni espresse nel recente Rapporto mondiale sull’Alzheimer e i costi sociali di questa emergenza sanitaria, che ogni anno supererebbero abbondantemente i 230 miliardi di euro, gran parte a carico delle famiglie dei pazienti (Prince M et al., World Alzheimer Report, ADI, London 2009).

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