Analgesia non farmacologica allo studio a Pisa

PISA – “Le suggestioni di analgesia sono particolarmente efficaci nel trattamento del dolore acuto e cronico, anche se vengono praticate in uno stato di coscienza ordinario e in modalità autoindotta.” Sono le parole dei ricercatori del dipartimento di Ricerca traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa, che oggi hanno presentato uno studio sull’analgesia non farmacologica nei pazienti.

“Generalmente – spiega la professoressa Enrica Santarcangelo – l’analgesia da suggestioni viene considerata effetto di un cambiamento che avviene tra le regioni cerebrali che mediano il controllo dell’esperienza e del comportamento, cioè il cingolo anteriore e la corteccia prefrontale. In realtà non è dovuta all’ipnotizzabilità in sé, ma all’interazione tra ipnotizzabilità e alcune caratteristiche cognitivo-emotive legate al sistema limbico, una regione del cervello molto antica.”

“Ciò implica – prosegue Santarcangelo – che le psicoterapie capaci di influenzare caratteristiche come ansia, paura di situazioni spiacevoli, tendenza a ricercare condizioni piacevoli potrebbero migliorare la risposta alle suggestioni di analgesia nella popolazione generale; in altre parole, anche i pazienti che non hanno un alto grado di ipnotizzabilità potrebbero essere efficacemente trattati con tecniche suggestive.”

L’ipnosedazione con ipnosi associata a calmanti e anestetici locali viene comunemente utilizzata in Francia all’Institut Curie per evitare ai pazienti l’anestesia generale, mentre in Italia è recente l’utilizzo dell’ipnosi su una paziente allergica ai farmaci in sostituzione dell’anestesia generale durante un intervento chirurgico da parte del professor Enrico Facco dell’Università di Padova.

Image credits: Shutterstock

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