Fresca di stampa la quarta edizione italiana dei “Principi di Neuroscienze”, ormai testo di riferimento di settore anche in Italia, grazie alla Casa Editrice Ambrosiana che lo pubblica puntualmente (CEA, 2015). La nuova traduzione italiana, a cura di Virgilio Perri e Giuseppe Spidalieri dell’Università di Ferrara, ricalca la quinta edizione inglese edita da Kandel, Schwartz, Jessel, oltre che da Siegelbaum e Hudspeth, uscita nel 2013 per McGraw-Hill.
Fra le “grandi firme” del volume di più di 1.600 pagine e oltre 900 illustrazioni a colori, soltanto due italiane: quella del fisico Stefano Fusi, attualmente in forza alla Columbia University come professore associato, che insieme ad Abbott e Miller si è dedicato all’approccio teorico alle neuroscienze con una appendice sui modelli di reti neurali, e quella del Prof. Giacomo Rizzolatti dell’Università di Parma, che ha sviluppato, insieme a Peter L. Strick il capitolo sulle “Funzioni cognitive dei sistemi motori” (pag. 412), insieme a John F. Kalaska i capitoli dedicati al movimento volontario: “La corteccia motrice primaria” (pag. 834) e “La corteccia parietale e la corteccia premotoria” (pag. 864).
Sono passati ormai dodici anni dalla precedente edizione e si sentiva proprio il bisogno di un aggiornamento sistematico della ricerca via questa opera fondamentale (un libro – ricordiamo – nato per “delineare i principi fondamentali, piuttosto che essere una raccolta di nozioni”, com’è nelle intenzioni degli Autori sin dalla prima edizione del 1981), per recepire in maniera organica gli importanti progressi scientifici accumulatisi negli ultimi tempi: basti pensare al completamento del progetto Genoma, alle nuove conoscenze nel campo della biologia molecolare, allo studio più ravvicinato dei processi mentali che hanno luogo nel cervello umano, possibile attraverso le nuove tecnologie di neurovisualizzazione funzionale.
Un progresso che ha portato non soltanto conferme e consensi generali ma anche nuovi importanti quesiti e stimolato accese discussioni, in Italia esemplificabili dalla “elegante e pubblica contesa” fra i Legrenzi e Umiltà di “Neuro-mania” (Il Mulino, 2009), che danno a intendere che “il nostro cervello non può dirci chi siamo”, e gli Aglioti e Berlucchi di “Neurofobia” (Cortina, 2013), che ritengono invece e senza ombra di dubbio che “noi siamo il nostro cervello” e non ci piove.
Chi si aspettava un aggiornamento “critico” della disciplina, di per sé destinata a ingenerare riflessioni filosofiche, metodologiche, etiche (neuroetiche per la precisione), rischia di restare a bocca asciutta, se è vero, come è vero secondo Perri e Spidalieri, che “Kandel e il suo gruppo [restano] schierati, senza esitazione, dalla parte dei riduzionisti”. Nelle stesse parole degli americani, infatti, “il fine ultimo delle Neuroscienze è comprendere come il flusso di segnali elettrici attraverso i circuiti nervosi dia origine alla mente, vale a dire alla nostra capacità di avere percezioni, di muoverci, di pensare, di apprendere e di ricordare” (dalla “Prefazione” di Kandel, Jessell, Sigelbaun, Hudsperth): una scelta di campo, insomma, da cui tutto il resto deriva conseguentemente.
Molto interessante, infine, notare lo spazio sempre maggiore riservato ai processi inconsci, che costituiscono uno dei temi principali delle Neuroscienze cognitive contemporanee e sottolineano “il grande limite di una analisi del cervello circoscritta ai comportamenti osservabili”. In questo contesto, le neuroscienze possono offrire una guida sempre più chiara ai clinici, in particolare per il trattamento delle malattie psichiatriche: Kandel e colleghi ritengono infatti che “il cambiamento più significativo nel panorama clinico è forse la presa di coscienza che la Psichiatria può essere considerata una branca delle Neuroscienze cliniche e che il progresso della psicoterapia può essere stimato quantitativamente grazie alle tecniche di visualizzazione cerebrale.”
Il volume è dedicato alla recente scomparsa di uno dei curatori storici, morto il 13 marzo del 2006: James H. Schwartz. Medico biochimico di formazione, Ph.D. alla Rockefeller University, professore di Fisiologia e biofisica cellulare alla Columbia University di New York, eminente neuroscienziato e studioso. Così lo ricordano i colleghi: “Egli lavorava con passione all’opera. Scrittore superbo, chiedeva a se stesso e agli altri grande precisione di linguaggio, ciò che lo rese un curatore eccezionale, che leggeva e correggeva con tenacia ogni capitolo. Jimmy contribuì inoltre con il suo spirito di grande cultore di storia: fu sua l’idea di aprire il volume con l’immagine dei geroglifici del papiro egiziano che contiene il primo riferimento al cervello in un documento scritto, che ancora abbiamo scelto come immagine di apertura per questa edizione.”
Marco Mozzoni
Il libro: Kandel E.R., Schwartz J.H., Jessell T.M., Siegelbaum S.A., Hudspeth A.J., “Principi di Neuroscienze”, Casa Editrice Ambrosiana (CEA), 2015
Per i docenti: immagini scaricabili in formato .ppt su online.universita.zanichelli.it/kandel
Image credits: Shutterstock
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