BERLINO – Anche la psicoterapia può avere effetti collaterali gravi.
In particolare la Terapia Cognitivo Comportamentale (Cognitive Behavioural Therapy o CBT), su cui si sono concentrati i ricercatori della Charité Universitätsmedizin Berlin, scoprendo che ben 43 pazienti ogni 100 riportano “effetti collaterali” dovuti direttamente alla terapia, come angoscia (27%), deterioramento dei sintomi (9%), tensioni nelle relazioni familiari (6 per cento).
La durata degli effetti collaterali – che nel 35% dei casi sarebbero di “grave entità” – andrebbe da qualche ora (circa il 32%) a giorni (32%) e settimane (oltre il 21%), ma anche mesi, mentre nel 9% dei casi gli effetti sarebbero persistenti.
Se a questi numeri si aggiungono le “reazioni avverse al trattamento” per negligenza e imperizia dei terapeuti, oltre agli “eventi avversi” non direttamente collegati al trattamento, la percentuale salirebbe addirittura al 98%, sostengono i ricercatori tedeschi.
La ricerca è stata condotta su 100 psicoterapeuti specializzati in Terapia Cognitivo Comportamentale, il 78% dei quali erano femmine, con età media di 32 anni e una media di 5 anni di esperienza clinica alle spalle.
Intervistati con la Unwanted Events-Adverse Treatment Reactions Checklist (UE-ATR), dovevano descrivere le condizioni del loro più recente paziente con almeno 10 sessioni effettuate: di questi (51% femmine, età media 38 anni), la gran parte aveva diagnosi di depressione, ansia o disturbo di personalità.
Lo studio:
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