Chirurgia sotto ipnosi, in Italia

PADOVA – Un’équipe coordinata da Enrico Facco, professore di anestesiologia all’Università di Padova, ha eseguito un intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore su una paziente allergica a farmaci, anestetizzata con la sola ipnosi. La persona, di 42 anni, ha riferito di non aver sentito alcun dolore. Il caso è riportato (con tanto di filmati) su Anaesthesia, la rivista degli anestesiologi britannici.

In realtà gli interventi chirurgici “sotto ipnosi” non sono una novità. Già nell’Ottocento il medico scozzese James Esdaile riportava di avere utilizzato l’ipnosi quale unico metodo di anestesia in più di 300 interventi chirurgici da lui eseguiti. Con l’avvento dei farmaci anestetizzanti, quali il cloroformio e l’etere, però, l’ipnosi è stata progressivamente abbandonata e nella seconda metà del Novecento solo pochissimi interventi sono stati eseguiti con ipnosi. Nel caso in oggetto, però, l’ipnosi si è rivelata in certo modo necessaria quale alternativa agli anestetici, dato che la paziente soffre di una sindrome conosciuta come “sensibilità chimica multipla” che non le consente l’assunzione di farmaci di alcun tipo.

Prima dell’operazione di asportazione del tumore (un nevo del diametro di 1 cm) i medici patavini hanno “preparato” la paziente somministrandole un test di “suscettibilità ipnotica” (la Stanford Hypnotic Susceptibility Scale Form C, SHSS-C) rilevando un punteggio di 8 su una scala che va da 0 (corrispondente a suscettibilità nulla) a 12 (corrispondente alla massima suscettibilità), classificandola cioè “moderatamente ipnotizzabile”; hanno poi eseguito un’induzione ipnotica classica, seguita da una procedura di analgesia ipnotica focalizzata, eseguendo infine un test di sensibilità al dolore per verificare se la paziente fosse in grado di sviluppare una analgesia totale sotto ipnosi, condizione sine qua non della riuscita dell’intervento chirurgico in programma.

Parametri emodinamici durante l'operazione sotto ipnosi

Nello specifico, alla paziente è stata indotta preliminarmente una analgesia ipnotica dell’arcata dentale inferiore destra (come si pratica in ambito odontoiatrico), poi “spostata” alla gamba destra con la “suggestione” specifica di blocco epidurale. I filmati messi a disposizione dai medici quale materiale integrativo all’articolo pubblicato su Anaesthesia rendono contezza delle parti salienti dell’intera procedura.

Durante l’operazione la paziente non ha riportato dolore e non sono stati rilevati cambiamenti emodinamici, tranne un temporaneo aumento della frequenza cardiaca prima dell’incisione, a fronte di una riduzione progressiva della frequenza cardiaca e della pressione sistolica (vedi Figura 1). Al termine dell’operazione, una volta deipnotizzata, la paziente ha confermato l’assenza di dolore, non presentando amnesia (elemento spesso ricercato nelle induzioni ipnotiche), ricordandosi perfettamente ogni fase dell’intervento.

“Questo case report – ha spiegato il Prof. Facco – conferma l’efficacia dell’ipnosi nel controllo del dolore, dimostrando che l’ipnosi quale unico anestetico può essere un metodo apprezzabile su pazienti selezionati, anche nell’era della potente anestesia farmacologica. Inoltre questo caso mostra per la prima volta durante un intervento chirurgico una stabilità cardiovascolare indotta ipnoticamente, rendendo l’ipnosi un vero e proprio strumento analgesico: infatti è stato in grado di bloccare non solo la percezione del dolore ma anche lo stress chirurgico complessivo, rendendosi comparabile all’anestesia farmacologica tradizionale”. (MM)

Reference:

  1. E. Facco, S. Pasquali, G. Zanette and E. Casiglia, Hypnosis as sole anaesthesia for skin tumour removal in a patient with multiple chemical sensitivity, Anaesthesia 2013, 68, 961–965, doi:10.1111/anae.12251 (Open Access)
  2. Materiali supplementari: Video 1 (preparazione); Video 2 (intervento)

Image credits: Shutterstock

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Marco Mozzoni
Direttore Responsabile

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