Le “conferenze di consenso” rappresentano uno degli strumenti privilegiati per raggiungere, attraverso un processo formale, un accordo rispetto a questioni sanitarie particolarmente controverse e complesse, favorendo la scelta di orientamenti uniformi nella pratica clinica. Come organizzarle? Lo spiega un manuale dell’Istituto Superiore di Sanità in via di pubblicazione (AAVV, Come organizzare una conferenza di consenso, Novembre 2009).
Il manuale è frutto di una collaborazione tra il Centro per la valutazione dell’efficacia dell’assistenza sanitaria dell’Azienda USL di Modena (CeVEAS), l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e il Sistema nazionale per le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità.
Lo strumento della consensus conference è stato messo a punto per la prima volta dai National Institutes of Health statunitensi, che nel 1977 hanno creato il Consensus Development Program con lo scopo di fornire “valutazioni imparziali, indipendenti e basate sulle prove scientifiche riguardo alla questioni mediche più complesse”. Il metodo ha poi subito modifiche e aggiustamenti nel corso del tempo ed è stato utilizzato da istituzioni pubbliche, da società scientifiche e da gruppi professionali.
“Le incertezze all’interno della medicina nascono generalmente o per mancanza di studi appropriati su specifici argomenti o per la natura stessa dell’argomento che non si presta ad essere affrontato con studi quantitativi. In questi casi la conferenza di consenso rappresenta un utile ed efficace strumento in grado di sintetizzare ciò che si conosce e affrontare le incertezze con comportamenti di buona pratica clinica”, spiega Alfonso Mele dell’Istituto Superiore di Sanità.
“Rispetto al percorso di stesura di una linea guida – prosegue Mele – la consensus conference aggiunge alcuni elementi di originalità, di cui il principale è che le risposte al quesito di partenza, oggetto della conferenza stessa, sono elaborate da una giuria multidisciplinare ed eterogenea, rappresentativa di tutti i diversi possibili approcci al tema controverso. Per arrivare al suo verdetto, la giuria partecipa a un’assemblea pubblica, dove i vari esperti presentano la sintesi delle prove raccolte nella letteratura scientifica e non solo per poi lasciare ai partecipanti la possibilità di discuterne. Successivamente la giuria si riunisce in consiglio e, sotto la guida del presidente formula le proprie conclusioni in forma di raccomandazioni”.
Esempi di consensus conference italiane nell’ambito delle lesioni del cervello hanno avuto luogo nel 2000 a Modena (Modalità di trattamento riabilitativo del traumatizzato cranio-encefalico in fase acuta, criteri di trasferibilità in strutture riabilitative e indicazioni a percorsi appropriati) e nel 2005 a Verona (Bisogni riabilitativi e assistenziali delle persone con disabilità da grave cerebrolesione acquisita e delle loro famiglie, nella fase post-ospedaliera).
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