Il “counseling” (o “counselling”, secondo la scuola britannica) è la relazione di aiuto nei confronti di chi ha un disagio temporaneo che incide sulle sue relazioni personali e professionali. Limitato nel tempo, perché le sessioni sono sempre poche e prestabilite con il cliente, si distacca totalmente dalle terapie che si occupano di stati di disagio patologico.
Il counseling è basato soprattutto sull’ascolto attento e profondo del cliente e della ricerca comune di soluzioni attraverso il raggiungimento di obiettivi progressivi. Potremmo definirlo una formazione orientata al benessere personale nella quale non si danno o ricevono soluzioni, ma si cercano percorsi e alternative più appaganti a quello che già si sta facendo. Semplicemente chi va dal counselor vuole fare chiarezza in un momento particolare della sua vita in cui è colpito emozionalmente o ha solo la necessità di essere ascoltato con attenzione.
Il counselor in questo senso è proprio addestrato ad un ascolto profondo della persona. Per ascolto profondo si intende non solo la parola, ma anche le emozioni e soprattutto i sentimenti che sono poi il motore principale che regola le nostre relazioni. Sono i sentimenti che ci legano alle persone e alle situazioni, muovono i nostri atti e, a volte, ci impediscono di distinguere con precisione i fatti dalle opinioni, siano esse personali o altrui.
Per questa ragione è bene capire e spiegare quali siano i sentimenti che ci legano alle cose, alle situazioni e agli affetti imparando a parlare di noi partendo da ciò che ci sta più a cuore. Quando parliamo di noi, delle nostre esperienze, dei nostri successi o insuccessi abbiamo però bisogno di qualcuno veramente capace di fermarsi e ascoltare dando senso a quello che è uno tra i bisogni più profondi della persona: non essere giudicata.
Questa è una delle qualità che ogni counselor deve avere. Un buon counselor deve essere equanime, saper mettere da parte le proprie convinzioni e accettare tutta la ricchezza delle persone che si rivolgono a lui. Solo quando le persone si sentono ascoltate fino in fondo si riesce a fare chiarezza nelle loro aspirazioni, desideri, progetti ed è per questo che nell’ascoltarle il counselor deve accantonare pregiudizi, idee, preconcetti e convinzioni personali. Esistono sono lui e la persona che parla che riceve dal counselor un ascolto attivo e totale.
Questa comunicazione empatica tra counselor e cliente produce sempre un senso di motivazione continua che crea una corretta autostima e una maggiore capacità di relazionarsi con gli altri e pianificare le proprie scelte in modo più opportuno oltre che affrontare i problemi in modo più razionale.
Una volta chiarite le problematiche esistenti e stabilito il percorso da seguire, attraverso semplici esercizi è possibile costruire quelle piccole alternative quotidiane che permettono di elaborare in modo differente le situazioni e affrontare la realtà in un modo diverso: le decisioni vengono prese con più consapevolezza e serenità e le difficoltà vengono superate attraverso l’aiuto della rete di relazioni.
Le conseguenze che si producono naturalmente si riflettono in modo positivo in ogni ambiente, sia esso familiare, professionale o amicale, producendo anche negli altri effetti di propositività come in una lunga catena. Infatti quando stiamo bene, anche chi ci sta intorno riceve e propaga i benefici del nostro benessere, dando e ricevendo quegli stimoli continui che non possono fare altro che migliorare la vita.
Nella logica della prevenzione ritengo che il counseling sia di gran lunga il miglior strumento per bloccare sul nascere stati di ansia, stress, elaborazioni e comunicazioni difficili, ricerche inutili di motivazioni o di professionalità non consone o vicine alle nostre possibilità e capacità. Vivere meglio si può, partendo da noi stessi.
References:
- Danon M., “Counseling”, Red, 2009
- Di Fabio A., Sirigatti S., “Counseling”, Ponte alle Grazie, 2005.
- Rollo M. , “L’arte del counseling”, Astrolabio Ubaldini Editore, 1991
- F. Nanetti, “Counseling ad orientamento transpersonale”, My Life Edizioni, 2010
- M. Papaia,“La Riprogrammazione Esistenziale Psicoterapia, counseling, medicina naturale” Armando Editore 2010
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Paolo G. Bianchi, 47 anni, antropologo, master in Counseling breve sia aziendale che personale, Counselor SIAF, si occupa di consulenza manageriale, counseling motivazionale e relazionale e di formazione tradizionale ed esperienziale da più di 20 anni. Ha ideato percorsi di formazione innovativi quali “Abbey Programme”, “Samurai Lab” e “Brain Whispering”, un modello di counseling appositamente studiato per le imprese.
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