Che impatto ha avuto l’opera di Darwin nei diversi contesti culturali del globo? Se lo sono chiesti quattro storici che dalle pagine di Nature ci hanno accompagnato per quattro puntate in un viaggio spazio-temporale che parte dall’Europa e giunge alle Americhe, alla Russia e alla Cina, alla scoperta degli effetti che la teoria dell’evoluzione ha avuto sulle religioni, sulle società e sulle ideologie politiche di fine Ottocento prima, e su quelle del Ventesimo secolo poi…
Due cose colpiscono leggendo questi excursus storici.
Anzitutto, vediamo certificato il fortissimo impatto che la formulazione della teoria dell’evoluzione ha avuto a livello planetario, espandendosi a macchia d’olio ed interessando gli angoli più disparati del pianeta.
Il secondo elemento da sottolineare è l’incredibile varietà di sfumature con cui è stata liberamente reinterpretata la teoria stessa: fu usata da politici, intellettuali e pensatori dell’epoca per giustificare “tutto e il contrario di tutto”.
Scopriamo quindi che, nel tardo Ottocento, in America Latina le idee darwiniane furono utilizzate per promuovere immigrazioni di massa dall’Europa: per far sì che la razza bianca, più “evoluta” e più “sofisticata culturalmente”, potesse portare quel progresso che in terre selvagge, come quella Amazzonica, era totalmente assente.
Ma, solamente pochi anni dopo, un nuovo gruppo di intellettuali, i cosiddetti “nazionalisti culturali”, riadattò le spiegazioni evolutive per promuovere il mescolamento delle razze (quelle indigene, quella bianca e quelle africane introdotte col mercato di schiavi) e per forgiare quindi una “razza cosmica” (José Vasconcelos), rappresentante ideale del progresso sociale.
“Bandiere darwiniane” vennero agitate anche in Cina alla fine dell’Ottocento (sulla base di una traduzione zoppicante de L’origine delle specie), per promuovere riforme sociali proposte alternativamente sia da gruppi di riformatori che dalla corrente rivoluzionaria.
Estrapolazioni dalla teoria darwiniana vennero usate come slogan anche per alimentare la retorica comunista di Lenin, Marx e Mao.
Interessantissimo inoltre scoprire come, nella Russia pre-comunista, l’immagine malthusiana della struggle for existence, che Darwin usava in senso largamente metaforico per descrivere anche situazioni naturali non strettamente competitive, venne interpretata diversamente…
Continua la lettura dell’articolo su Il Sussidiario…
Articolo di Amerigo Barzaghi, pubblicato parzialmente su BrainFactor per gentile concessione della redazione de Il Sussidiario, direttore Luca Raimondi.
Be the first to comment on "Darwin, nazista o comunista?"