Rappresentano la prima causa di morte per malattia delle ragazze fra i 12 e i 25 anni, affliggendo ben 200 mila donne, in Italia. Stiamo parlando di anoressia e bulimia nervosa, disturbi dell’alimentazione che colpiscono in particolare il sesso femminile, con un tasso di mortalità, in seguito a suicidio o complicanze conseguenti a malnutrizione, pari al 10% a dieci anni dall’esordio della malattia, al 20% a vent’anni di distanza. Lo sostiene la Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare (Sisdca), che ha presentato oggi a Roma in un convegno i dati epidemiologici di questo preoccupante fenomeno sociosanitario, come riporta una nota ANSA.
“I disturbi del comportamento alimentare sono patologie in continuo aumento, gravemente invalidanti, con elevato indice di mortalità: attualmente, la prevalenza di queste due patologie nella popolazione generale è dello 0,2% – 0,3%, ma a questi dati vanno aggiunti casi aticipi e non altrimenti classificati, per cui i numeri potrebbero essere triplicati”, ha spiegato il presidente Sisdca Roberto Ostuzzi.
La notizia è stata rapidamente ripresa da tutte le testate italiane.
In merito poi a ventilate proposte di un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) dei malati, Massimo Cuzzolaro, docente alla Sapienza di Roma, ha sottolineato che “non dobbiamo guardare al TSO come una panacea, ma eventualmente come al capitolo di una storia clinica”, anche perché “i risultati a lungo termine mostrano che la mortalità rimane comunque alta”. Analogo parere ha espresso Paolo Santonastaso, ordinario di psichiatria all’Università di Padova, richiamando inoltre l’attenzione sulla “carenza di strutture specializzate” nel trattamento di questi disturbi nel nostro Paese. Secondo Fabrizio Jacoangeli, ricercatore presso il Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Roma Tor Vergata, “i pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare devono seguire un percorso diverso rispetto ai pazienti meramente psichiatrici” e l’approccio a queste persone non può che essere multidisciplinare.
Ma che cosa sono, da un punto di vista biomedico, anoressia e bulimia?
Secondo il Manuale Merck di Diagnosi e Terapia, l’anoressia è un disturbo caratterizzato da percezione alterata dell’immagine corporea, da paura morbosa dell’obesità, dal rifiuto di mantenere un peso corporeo ai minimi normali e, nelle donne, da amenorrea. L’eziologia dell’anoressia è sconosciuta, ma sembrano importanti i fattori sociali. La desiderabilità della magrezza è presente in tutte le società occidentali e l’obesità viene considerata priva di attrattiva, malsana e indesiderabile. Circa l’80-90% dei bambini è consapevole di tali atteggiamenti, e più del 50% delle ragazze in età prepuberale segue una dieta o intraprende altre misure per controllare il peso. Tuttavia, poiché solo una piccola percentuale di essi sviluppa un’anoressia nervosa, devono essere importanti altri fattori. Alcune persone hanno una predisposizione al disturbo, probabilmente a causa di una mal definita vulnerabilità psicologica, genetica o metabolica. L’anoressia nervosa è rara nelle aree con una autentica crisi alimentare. Circa il 95% delle persone con questo disturbo è di sesso femminile. L’esordio di solito si manifesta nel corso dell’adolescenza, occasionalmente in epoca precedente e meno comunemente nell’età adulta. Molte pazienti appartengono alle classi socioeconomiche medie o superiori. Sono stati riscontrati tassi di mortalità dal 10 al 20%. Tuttavia, poiché molti casi lievi probabilmente non vengono diagnosticati, la prevalenza e i tassi di mortalità effettivi sono sconosciuti.
Sempre il Merck spiega che la bulimia nervosa è un disturbo caratterizzato da episodi ricorrenti (almeno due volte a settimana) di abbuffate compulsive durante le quali il paziente consuma grandi quantità di cibo e si sente incapace di smettere di mangiare, seguite da sforzi compensatori incongrui per evitare l’aumento di peso, come il vomito autoindotto, l’abuso di diuretici o lassativi, l’esercizio fisico eccessivo oppure i digiuni. La bulimia nervosa, come l’anoressia nervosa, colpisce principalmente donne giovani, e le pazienti sono costantemente ed eccessivamente preoccupate per la figura corporea e per il peso. A differenza delle pazienti con anoressia nervosa, tuttavia, quelle con bulimia nervosa hanno di solito un peso normale. Circa l’1-3% delle donne in età giovanile è affetto da bulimia nervosa; una quota simile è affetta da varianti lievi del disturbo.
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