Gen Z, generazione sotto stress

WASHINGTON – È assolutamente comprensibile, visto il periodo in cui viviamo. Ma che la gran parte di loro (ben il 55% degli intervistati) dichiari di non godere di una “buona salute mentale”, non può non destare preoccupazione.

Stiamo parlando della “Generazione Z”, la più giovane, quella degli odierni under 22, nati dal 1996 in poi, che sembrano subire più dei Millennials e delle coorti che li hanno preceduti gli effetti nefasti delle condizioni sociali, economiche e politiche attuali.

I dati che emergono dall’ultimo rapporto dell’American Psychological Association (APA), “Stress in America”, parlano chiaro. Solo il 45% dei “Gen Z” a stelle e strisce si sentono in forma per quanto riguarda le proprie condizioni psichiche, brillando in negativo rispetto a Millennials (56%), Gen X (51%), Baby Boomers (70%) e adulti più anziani (74 per cento).

Tanto è vero che più di uno su tre (37%) ha dichiarato di essersi rivolto a uno psicoterapeuta o a un professionista della salute mentale, rispetto al 35% dei Millennials, al 26% dei Gen X, al 22% dei Baby Boomers e al 15% della popolazione più adulta. E ben 9 su 10 (91%) ammette di avere sofferto di almeno un “sintomo fisico o emotivo dovuto allo stress”, come sentirsi depresso e triste (58%) o privo di interessi, motivazioni ed energia (55% di loro).

Ma che cosa angoscia  i ragazzi della Generazione Z?

Secondo l’indagine, gli omicidi di massa (lo sostiene il 75% di loro, rispetto al 62% del resto della popolazione più adulta), l’aumento del tasso di suicidi (62% vs 44%), il cambiamento climatico e il surriscaldamento globale (58% vs 51%), la separazione e la deportazione degli immigrati e delle famiglie dei migranti (57% vs 45%), la diffusione ampia di molestie e aggressioni a sfondo sessuale (53% vs 39 per cento), che rappresentano oggi la gran parte dell’informazione che gira sui media americani.

Per macroaree, i fattori di stress più comuni tra i Gen Z sono il lavoro (lo sostiene il 77% di loro, rispetto al 64% riferito al resto della popolazione più adulta), i soldi (81% vs 64%) e la salute (75% vs 63%), mentre in merito all’andamento generale dell’economia sembrano allinearsi al “sentiment” collettivo (46% vs 48 per cento).

Infine, poca è la loro fiducia nel sistema politico quale agente di cambiamento: solo il 54% dei Gen Z aveva infatti espresso intenzione di recarsi alle urne per le elezioni USA di medio termine, rispetto al 68% dei Millennials, al 66% dei Gen X, al 76% dei Baby Boomers.

In ogni modo, conclude il rapporto, non sembra che la Generazione Z sia la più stressata di tutte.

Su una scala da 0 a 10 che misura il livello medio di stress generazionale, sembra infatti che i più stressati in assoluto restino i Millennials, con 5,7 punti, seguiti da Gen Z, con 5,3 punti, Generazione X, con 5,1 punti, tutti al di sopra della media generale di stress caratteristica della popolazione americana, che si attesta a 4,9 punti.

I meno stressati restano i Baby Boomers con 4,1 punti e gli anziani con 3,3 punti, nonostante questi ultimi abbiano visto e vissuto in periodi sicuramente più difficili del nostro, ma – forse – hanno saputo farvi fronte in modo più efficace.

Nota

C’è una certa confusione sulle coorti generazionali e ciascuno sembra dire la sua. Ci atteniamo a una fonte autorevole come Pew Research Center per definirne i confini temporali.

  • Generation Z o Centennials: nati dal 1996 in poi, under 22
  • Generation Y o Millennials: nati dal 1981 al 1996, dai 22 ai 37 anni
  • Generation X: nati dal 1965 al 1980, dai 38 ai 53 anni
  • Baby Boomers: nati dal 1946 al 1964, dai 54 ai 72 anni
  • Silent generation: nati dal 1928 al 1945, dai 73 ai 90 anni

Il rapporto:

American Psychological Association (APA), “Stress in America. Generation Z”, October 30, 2018 (PDF)

Featured image credits: Krasimira Nevenova. Generation Z Concept. Shutterstock.com

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Marco Mozzoni
Direttore Responsabile

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