Con l’articolo di Aldo Ragazzoni sul “Cervello Nuovo” prosegue l’iniziativa di BrainFactor per la Settimana del cervello (12-18/3/2012) “L’Alfabeto del cervello”, patrocinata anche quest’anno da Dana Foundation e realizzata in collaborazione con la Società Italiana di Neurologia (SIN) e con il Dipartimento di Neuroscienze e Tecnologie Biomediche (DNTB) dell’Università di Milano Bicocca.
Una delle più salienti caratteristiche del cervello umano è quella di analizzare in continuazione, meticolosamente ed in maniera in buona parte non cosciente, anche durante il sonno, le informazioni che provengono dal mondo esterno: ciò al fine di cogliere segnali nuovi od inattesi, estraibili dal continuo flusso di stimoli irrilevanti, dei quali definire il significato biologico. Tale proprietà è innata, presente sin dalle prime fasi della vita (anche nei neonati) e rappresenta uno dei più formidabili strumenti di adattamento al mondo circostante.
Il cervello umano, infatti è “costruito” in modo tale da elaborare continuamente delle previsioni su quello che sta per accadere e per confrontare quanto riceve dal mondo esterno con le aspettative formulate. E le aspettative si configurano in termini di connotazioni fisiche (le caratteristiche e modalità sensoriali: visiva, acustica, somatica ed altre), spaziali, temporali, degli stimoli. Gli stimoli conformi alle aspettative formulate, non suscitano reazioni rilevanti e rimangono per lo più sotto il livello della coscienza. Per contro, gli stimoli discordanti, difformi rispetto alle aspettative elaborate, suscitano reazioni più marcate, le quali attivano in maniera automatica i meccanismi attentivi cerebrali e conquistano l’accesso alla percezione cosciente per essere sottoposti ad una più dettagliata e complessa analisi.
Questa capacità di controllo del mondo circostante, presente in tutto il mondo animale e specialmente nei Primati, è particolarmente sviluppata nell’Uomo, creatura sociale, nel quale è presente un sistema di comunicazione del tutto peculiare e sofisticato: il linguaggio. Il cervello umano è infatti capace di estrarre informazioni di novità dai contenuti semantici, ed anche prosodici, del linguaggio parlato. Si pensi, ad es, alla classica situazione del coktail-party, dove ognuno di noi riesce a estrarre in maniera involontaria, nel contesto di un ambiente molto affollato e rumoroso per le molteplici conversazioni che vi si intrecciano, le parole pronunciate da una persona anche lontana ma che attraggono per qualche motivo il nostro interesse.
La sede anatomica ove ha luogo questo processo di rilevamento degli stimoli nuovi/inattesi è rappresentata dalla corteccia cerebrale nelle sue zone primarie (acustiche, visive, somatosensitive, ecc.) nelle quali avviene in maniera automatica il riconoscimento delle caratteristiche formali degli stimoli. Se questi presentano caratteri insoliti o nuovi, viene molto rapidamente attivato il lobo frontale (specialmente il destro) che provvede a richiamare l’attenzione per una più esauriente analisi dello stimolo e, eventualmente, per l’accesso ai processi di coscienza.
Il significato biologico di tale processo è quello di permettere un controllo continuo ed automatico del mondo circostante, con un minimo dispendio di risorse cognitive (è infatti operativo al di sotto del livello della coscienza) e con interferenza minima sui molteplici, diversi processi cognitivi contemporaneamente attivi. Il cervello umano ha quindi una straordinaria propensione di percepire ed analizzare gli stimoli con carattere di novità (assoluta o relativa) al fine di adattare il comportamento dell’individuo all’ambiente circostante.
In altri termini, il “nuovo” ha per il cervello umano il valore semantico di un segnale importante, cui prestare immediata ed incondizionata attenzione.
Aldo Ragazzoni, MD, neurologo
Dirigente Neurologo Azienda Sanitaria di Firenze
Professore a contratto, Clinica Neurologica, Università di Firenze
Società Italiana di Neurologia (SIN)
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