ROMA – Dall’1 al 5 marzo si svolgono le elezioni per rinnovare il consiglio di amministrazione e il consiglio di indirizzo dell’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi (Enpap), quadriennio 2021-2025.
Con l’occasione abbiamo deciso di realizzare uno Speciale Elezioni Enpap, invitando tutti i rappresentanti dei raggruppamenti di programma a raccontarci la loro visione del futuro dell’ente e della professione. Dieci domande, uguali per tutti i candidati.
Queste le risposte di Riccardo Bettiga, rappresentante del raggruppamento Agire per Enpap bene comune.
Quali sono le attuali criticità del sistema previdenziale della psicologia italiana?
Una criticità rilevante e che riguarda tutte le casse di previdenze dei liberi professionisti tra cui l’Enpap è certamente lo squilibrio che subisce il sistema di tassazione nel momento in cui viene applicato ai rendimenti raggiunti. La base imponibile delle prestazioni pensionistiche viene calcolata al lordo dei rendimenti conseguiti. In questo modo viene sottoposta a tassazione sia la parte dei contributi giustamente non tassati nella fase di versamento che la parte dei rendimenti già tassati in fase di maturazione. Per cui le Casse di previdenza dei liberi professionisti e i loro iscritti subiscono una duplice tassazione dei rendimenti: la prima in fase di maturazione e la seconda in fase di erogazione della prestazione.
Che cosa si potrebbe fare per migliorare lo stato dell’arte in tempi ragionevoli?
Al fine di correggere questo squilibrio, l’Enpap potrebbe per esempio attivarsi con l’ADEPP (Associazione Degli Enti Previdenziali Privati) affinché possa intervenire sul Governo, per segnalare l’urgenza della risoluzione di questa grave anomalia attraverso un intervento che elimini, o per lo meno riduca, il peso di una tassazione iniqua che penalizza soprattutto i giovani colleghi.
Quali sono a vostro avviso gli ambiti innovativi strategici della professione in Italia?
Riteniamo che gli ambiti strategici della professione siano principalmente al di fuori degli studi professionali, in particolar modo valorizzando l’ambito dell’intelligenza artificiale, la psicologia del lavoro, il welfare aziendale, lo psicologo di base, lo psicologo del territorio inserito nei piani di zona dei distretti sociosanitari
A che modello di “welfare” vi ispirate?
La nostra idea di welfare può riassumersi nella formula “dalla culla alla tomba”. Crediamo in un welfare che accompagni il ciclo di vita dei nostri iscritti ed iscritte, dalle tappe iniziali dell’avvio della professione, alla genitorialità, ai progetti di innovazione del proprio studio professionale, fino agli eventi avversi che possono capitare nel ciclo di vita, e certamente fino alla tappa della pensione. Un welfare che sponga in una relazione di prossimità con i bisogni delle iscritte e degli iscritti, un welfare che viaggi su una continuità e una prevedibilità forti, accessibili, un welfare sburocratizzato al massino. Per questo abbiamo in progetto gli Hub Territoriali, per un Enpap che sia davvero vicino alle psicologhe e agli psicologi, li possa incontrare nei loro territori e intercettare quei bisogni che, sostenuti adeguatamente, possono dare una forte spinta ai redditi professionali e quindi alle pensioni.
Quali sono i punti chiave del vostro programma?
Il nostro programma nasce da una visione innovativa e condivisa della professione. Un modello pragmatico nato dal basso, a livello di comunità, costruito attorno alle specificità della professione, ideato e sviluppato all’insegna della fattibilità e della sostenibilità, valorizzando le competenze del nostro gruppo e della nostra rete. Vogliamo agire per il nostro bene comune, attraverso una sapiente commistione di lettura della realtà e idea del futuro che diventa orizzonte di azione. Vogliamo lavorare per superare le disuguaglianze, i conflitti di interesse e gli ostacoli della burocrazia e delle distanze. In linea con il Manifesto della Federazione Italiana Psicologi, vogliamo promuovere una Cultura della Previdenza sinergica con le Istituzioni, gli Ordini e con tutti i partner del sistema professione; In tutto questo vogliamo adottare uno stile che sia coerente con l’essere psicologi: veridicità, consapevolezza e rispetto dell’altro, con al centro la dimensione imprescindibile della relazione.
- Assistenza: un Ente vicino alle iscritte e agli iscritti – Vogliamo lavorare per erogare forme di assistenza tempestive, attente alle differenti fasi del ciclo di vita e alle molteplici diversità del nostro lavoro, per un welfare di prossimità.
- Previdenza: una pensione da professionisti – Vogliamo lavorare per garantire una pensione dignitosa, realizzando azioni concrete per supportare il reddito e contrastare l’indebitamento contributivo. Vogliamo promuovere l’empowerment delle competenze finanziarie delle iscritte e degli iscritti, incentivando una maggiore cultura previdenziale.
- Pari opportunità: le opportunità sono pari solo se rispettano le percentuali – Abbiamo in programma azioni concrete per favorire le pari opportunità in ambito lavorativo e operiamo, in parallelo, per il bilanciamento delle quote nella rappresentanza politica. Vogliamo istituire un Comitato per le pari opportunità, per superare il gender gap a livello reddituale (circa il 40%!), che rappresenta una evidenza della mancata tutela delle pari opportunità per la crescita della professione per le colleghe rispetto ai colleghi.
- Società: Enpap braccio economico della categoria – Noi guardiamo all’Enpap come ad un ente che rappresenti il braccio economico della nostra categoria. Non intendiamo limitarci alla gestione burocratica di un fondo per pensioni o malattie, ma vogliamo lavorare per diventare un interlocutore forte nella tutela e nella promozione della componente economica della professione.
- Community: prossimità e ascolto – Intendiamo scendere dal palazzo e collocarci sul territorio, il più possibile vicino alle iscritte e agli iscritti, per fondare le nostre proposte e le nostre azioni sul monitoraggio costante e continuativo dei bisogni degli iscritti.
- Investimenti: strategie finanziarie ponderate e trasparenti – Nell’ambito delle strategie di investimento intendiamo agire con attenzione, con consapevolezza e senza avventurismi, adottando la necessaria prudenza rispetto agli investimenti. Il nostro fine è tutelare l’integrità del patrimonio dell’Ente, garantendone stabilità e sostenibilità gestionale nel medio e lungo periodo.
Quali sono i punti di forza del vostro raggruppamento?
In primo luogo il nostro programma non è il libro dei sogni, è un programma concreto, puntuale, realizzabile. Siamo certi di poter realizzare ciò che proponiamo. È un programma pragmatico, basato sulla analisi dei bisogni e sulla ricognizione delle risorse, vicino ai problemi quotidiani della nostra categoria, vicino alle nostre colleghe e ai nostri colleghi. L’Enpap al presente si pone come un ente eccessivamente distante, una torre d’avorio lontana, un palazzo a Roma. Non si sa dove sta. Lo si percepisce distante. Per questo obiettivo di vicinanza, per esempio, proponiamo gli hub territoriali per costruire una relazione quotidiana con i colleghi. Un altro aspetto della vicinanza alla situazione concreta della nostra professione è per esempio la ricerca. Nella distribuzione delle specifiche competenze all’interno delle rappresentanze della categoria, Enpap potrebbe essere il soggetto giusto per fare attività di monitoraggio sulla professione e non solo sul reddito. Per questo proponiamo l’Osservatorio di analisi della nostra professione. Crediamo fortemente in ciascuno dei punti del nostro programma: in particolare nella parte dedicata alle azioni assistenziali, nello spirito di una prassi concreta e specifica di vicinanza a sostegno della quotidiana fatica professionale delle colleghe e dei colleghi. Prendiamo ad esempio i bandi: è necessario eliminare al massimo la dimensione burocratica. Inoltre vogliamo implementare le sinergie con le altre realtà della rappresentanza professione. La politica professionale non si improvvisa. La nostra consolidata esperienza e il nostro impegno storico nella politica professionale, insieme al fertile contributo dei giovani con le loro nuove idee, ecco i nostri strumenti per lavorare insieme. Se è vero che un cambiamento troppo radicale richiederebbe un tempo di latenza troppo lungo, dall’altro lato chi sta da tanto tempo ai vertici e ripete un’esperienza già fatta, forse è meglio che lasci il posto ad idee e forze più fresche. Noi rappresentiamo una storia molto lunga nella politica professionale italiana. Abbiamo consolidato una profonda sinergia con il mondo accademico e con i vertici del mondo ordinistico, come è già evidente nel Consiglio nazionale. In questo modo non rischiamo di lasciare isolato l’Enpap nelle sue politiche, ma possiamo da subito costruire forti e concrete sinergie con le altre istituzioni professionali e con la politica, possiamo fare rete, e senza costruire solide reti istituzionali oggi non si può più governare la complessità e l’evoluzione della nostra professione
Qual è l’età media dei vostri candidati?
In coerenza con quanto esplicitato nel nostro programma, l’ età media dei candidati del raggruppamento “Agire per Enpap bene comune” è di 45 anni. La nostra task force è composta da 20 donne e 16 uomini.
Pensate di riuscire a realizzare quanto proponete in un mandato?
Un mandato che la durata di quattro anni può essere molto o poco, certamente se gli elettori esprimono un mandato chiaro che permetta al gruppo nominato di iniziare a lavorare subito, si può riuscire a fare molto. Certamente saremo promotori di un profondo cambiamento.
Concretamente, in che modo?
Il nostro programma è un programma concreto, puntuale, realizzabile. Siamo certi di poter realizzare ciò che proponiamo, viste le competenze documentate del nostro raggruppamento, le larghe sinergie con il mondo accademico e con gli ordini professionali
Un sogno nel cassetto?
Al di là di chi risulterà vincitore in questa competizione elettorale, mi preme manifestare un desiderio. Fare chiarezza su chi deve fare che cosa, e soprattutto mi auguro la possibilità di muoversi in modo armonico, senza fare a gara a chi fa meglio. Se entrassimo in questo spirito di contrapposizione alla fine non riusciremmo a costruire nulla di importante. Tutti noi siamo chiamati a rappresentare gli interessi dei colleghi, ognuno deve farlo nello specifico della sua competenza. Negli ultimi anni abbiamo visto l’Enpap dedicarsi ad attività improprie, rincorrendo il CNOP, per esempio, sul piano della formazione anche in area clinica, e il risultato è che alla fine al CNOP è mancata la spalla del “braccio economico” dell’Enpap, è mancata la attività di interlocuzione con i Ministeri. Questa interlocuzione è un compito fondamentale dell’ENPAP, da qualsiasi colore politico siano rappresentati i Ministeri. È un compito imprescindibile per costruire innovazione e sinergie di reciproco interesse.
Biografia
Psicologo-Psicoterapeuta. Libero professionista, ho svolto negli anni ruoli consulenziali in diversi ambiti: dalla psicologia del lavoro allo sviluppo di progetti d’intervento in ambito scolastico/educativo; attualmente opero principalmente nella clinica rivolta al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza in studio privato a Colico, Milano e Legnano. Docente dei Corsi EPG di Etica e Deontologia della Professione di Psicologo a partire dall’A.A. 2012/2013 al Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche e al Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Clinica dell’Università degli Studi di Pavia. Consigliere dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia dall’anno 2010, Tesoriere dal 2012 al 2014, Presidente dal 2014 a 2019. Attualmente rivesto l’incarico di Garante per l’Infanzia e Adolescenza dall’aprile del 2020.
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