L’ipertensione interessa due terzi delle persone sopra i 60 anni, aumentandone il rischio di danni vascolari cognitivi e di Alzheimer. Lo dicono Ungvari e colleghi in una review Open Access pubblicata su Nature che si focalizza sulla patofisiologia di questa condizione.
L’ipertensione comprometterebbe l’integrità strutturale e funzionale della microcircolazione cerebrale, promuovendone la rarefazione, la disfunzione dell’endotelio cerebromicrovascolare, il disaccoppiamento neurovascolare che indebolisce l’afflusso di sangue al cervello.
In aggiunta, può disgregare la barriera ematoencefalica, stimolando la neuroinfiammazione ed esacerbando le patologie amiloidee.

I marcatori neuroradiologici della malattia dei piccoli vasi indotta da ipertensione includono iperintensità della sostanza bianca, infarti lacunari e micro emorragie, tutte condizioni associate a declino cognitivo.
“Disfunzione omeostatica multisfaccettata unita a un’alterata resilienza cellulare allo stress, l’invecchiamento può esacerbare l’effetto deleterio dell’ipertensione a livello cerebromicrovascolare”, spiegano i ricercatori.
In sostanza, “ipertensione e invecchiamento esercitano effetti sinergici negativi sul mantenimento della rete cerebromicrovascolare; l’ipertensione infine aggrava le patologie caratteristiche dell’Alzheimer”.
Lo studio:
“KRT LIFE HEALTH-BLOOD-PRESSURE PG” by Fort George G. Meade is licensed under CC BY 2.0
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