E’ proprio necessario prevenire i suicidi? Gettato il sasso, subito lo raccogliamo. Posta in questi termini, la discussione porterebbe troppo lontano e difficilmente a un punto fermo. Meglio non porsi problemi e accettare il presupposto che ha fatto finanziare alla Commissione Europea il progetto “Optimizing suicide prevention programs and their implementation in Europe (Ospi- Europe)”.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’Europa vanta – fra gli altri primati – anche quello di avere il più alto tasso di suicidi del mondo: ogni anno infatti nel vecchio continente si tolgono la vita in media 50.000 persone. Per questo un consorzio composto da 14 enti di 10 paesi stellati (fra i quali non compare l’Italia) è stato finanziato nel contesto del Settimo Programma Quadro (FP7) al fine di sviscerare un nuovo “concetto” di prevenzione evidence based in grado di fornire alla Commissione Europea e ai paesi membri adeguati strumenti per lo sviluppo di politiche efficaci per arginare il fenomeno, come riporta l’ultimo numero di research*eu results magazine.
Coordinato dal Prof. Dr. Ulrich Hegerl dell’Università di Lipsia (Germania), partendo da precedenti documenti messi a punto dalla European Alliance Against Depression (EAAD), il consorzio ha sviluppato un programma di intervento allo stato dell’arte che si è focalizzato su cinque aree tematiche principali: formazione dei medici di base, consapevolezza del problema da parte della popolazione, formazione mirata di persone con ruoli chiave in ambito sociale (preti, insegnanti, assistenti, giornalisti ecc.), servizi per gruppi ad alto rischio di suicidio e sostegno a chi soffre e alle loro famiglie, restrizione della diffusione di mezzi letali.
Uno studio pilota realizzato negli ultimi anni in quattro paesi (Germania, Ungheria, Irlanda e Portogallo) ha dimostrato che la disseminazione intensiva e le attività di pubbliche relazioni costituivano una parte decisiva del progetto, perchè aiutavano a raggiungere l’opinione pubblica, la comunità scientifica, i politici che avrebbero preso le decisioni, e tutti i referenti nazionali ed europei del settore. L’approccio multilivello all’intervento e una puntuale analisi dei risultati in ogni fase del processo ha permesso di verificare quali misure siano da considerarsi ridondati e quali abbiano invece un potenziale di ottimizzazione.
Maggiori informazioni e relativa documentazione al sito http://www.ospi-europe.com/
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