Lavorerai con fatica

Lavorerai con fatica.Dio ha sicuramente il senso dell’umorismo. Il monito biblico “lavorerai con fatica”, di cui tutti bene o male siamo a conoscenza, ha coinciso con la cacciata dal Paradiso e la fine di una felicità illimitata che era riservata a tutto il creato. Ma a quanto pare, oggi, abbiamo ancora molto di più da sopportare oltre al “lavorerai con fatica”. Oggi il lavoro è pressoché introvabile per chi affronta il mercato per la prima volta…

E anche per aziende e professionisti già affermati la strada è sempre più in salita. La clientela scarseggia facendo correre tutti come biglie impazzite verso nuovi mercati e nuovi trend. Ed è questo punto che scatta il paradosso come mi ha detto un imprenditore che partecipando ad una fiera ha notato che tutti vendevano e nessuno comprava, non a causa dei cattivi prodotti o servizi in vendita, ma perché “fisicamente” non c’erano proprio gli acquirenti!

Mi sono reso conto che “lavorerai con fatica” è diventato riduttivo perchè oggi, lavorare, significa entrare in un vero e proprio inferno. Nelle sessioni di counseling sono tante le persone che mi chiedono una relazione di aiuto per mettere a fuoco la propria carriera, per capire come e quali svolte mettere in atto, per scrivere un curriculum efficace non solo per la ricerca dell’agognato posto fisso, ma per lanciarsi verso qualcosa di migliorativo. La crisi non investe solo chi è disoccupato, ma anche chi non è contento della propria posizione e fa i conti con i guadagni sia economici che di valore. Mentre quelli economici sono evidenti, quelli di valore sono legati ad una lettura più personale: a fronte di una remunerazione si calcolano le spese, il proprio tempo libero, le possibilità di una carriera in tempi più o meno ristretti.

Direi che la fatica biblica si esplicita nel cercare un miglioramento per sé e per le proprie condizioni di vita. Chi non ha lavoro maledice chi ce l’ha e chi ce l’ha chi ne ha uno migliore; chi lavora nelle piccole imprese si sente soffocato, chi si trova nelle grandi sgomita con i colleghi per ottenere favori, benefits, e guarda in alto chi, nell’azienda, è intoccabile e ricoperto di attenzioni spesso immeritate. La lotta è serrata e lo si percepisce quando nelle sessioni vengono nominati i colleghi o i dirigenti, per non parlare dei selezionatori visti ormai con il fumo negli occhi.

I luoghi di lavoro sono diventati delle vere e proprie fucine dove covare rancori e vendette trasversali e fare ribollire mobbing, bossing, rivendicazioni e diritti più o meno acquisiti. Il lavoro più che una punizione per confrontarci con la fatica diventa una fatica su cui costruire un mondo intero di insoddisfazioni e desideri inappagati: il problema è che come in un circolo vizioso tutto ciò si riflette sulla famiglia, sulle relazioni, la vita sociale e pubblica.

Personalmente mi ritengo un ottimista e cerco di trasmettere questo mio modo di essere anche agli altri, se non altro perché ci credo, ma spesso mi scontro inaspettatamente con persone disposte a tutto pur di riuscire a spuntare nell’ambito personale o lavorativo qualcosa per sé. Non si tratta più, a mio avviso, di ambizione, ma di vera e propria rabbia. La sento dentro queste persone come qualcosa che sta per esplodere in modo inesorabile.

La crisi, un po’ come la guerra, tira fuori il peggio dalle persone; molte abusano della parola crisi per giustificare le loro scelte più disparate: licenziamenti, investimenti sbagliati, e chi più ne ha più ne metta. Ma è anche vero che dietro alle situazioni più drammatiche si riesce ancora trovare chi reagisce in modo diverso. Ho visto persone che hanno reimparato il senso della famiglia, andando a prendere a scuola i figli o facendo i compiti con loro. Nella disperazione i valori umani riaffiorano e, sono proprio quelli che da sempre delineano i capisaldi della nostra identità. L’oggi diventa la risposta a tante domande, si elimina tutto il superfluo concentrandosi sulla realtà. L’uomo vive anche di questo: la riscoperta delle piccole cose, della condivisione e dell’associazionismo.

Social network, gruppi di lavoro si sviluppano proprio per dare senso comune a singole individualità. Mestieri apparentemente lontani tra di loro si fondono e si intersecano nello scambio vicendevole accrescendo non solo il patrimonio culturale, ma anche quello competitivo. Così come il giovane neolaureato si ritrova ad inventarsi mestieri nuovi o a riscoprirne di antichi. La scorsa settimana, ad un corso, ho conosciuto un biologo con la passione per le lingue: oggi fa il traduttore nei congressi scientifici, senza aver mai pensato di studiare le lingue, ma apprendendole sul posto.

Aiutare le persone in un periodo come il nostro è molto difficile perché le basi dell’esistenza stessa sono minate e sembra che il complotto più potente sia votato al soffocamento della speranza. E senza speranza non si può né sognare né costruire niente. Spesso, su questo argomento, scambio opinioni e pareri con i colleghi e ultimamente ci rendiamo conto che tutti siamo accomunati dallo sforzo di lavorare per far costruire sogni, per infondere coraggio, per stillare nelle vene dei nostri clienti la voglia di reagire. L’apatia e l’accidia non possono farla da padrone: qui c’è un mondo intero da ricostruire, valori antichi da recuperare e un’infinita necessità di crescita e sostegno vicendevole. È attraverso la rimotivazione che si possono aiutare persone a riconsiderare loro stesse per il loro vero valore e non per il loro conto in banca o per la lunghezza della loro automobile.

Tornado al monito biblico, Dio ha davvero il senso dell’umorismo, lavorare va ben oltre la fatica e anche se non capiamo cosa voglia insegnarci stiamo imparando tutti, nessuno escluso, che nelle difficoltà non c’è tempo per perdersi nelle sciocchezze. Tutto diventa importante e per questo richiede maggiore attenzione e disponibilità perchè tutti siamo a rischio. Ho visto dirigenti più che affermati “saltare” dalla sera al mattino. La rincorsa al potere è un gioco che non porta in salvo più nessuno, non esiste luogo sicuro, ma solo tanta incertezza. Tuttavia abbiamo un’opportunità unica: quella di “resettare” tutto e cominciare di nuovo basandoci su valori più profondi ed economie rispettose delle persone.

La partenza può essere proprio dai luoghi di lavoro risensibilizzando le persone sui propri percorsi di crescita attraverso incontri di counseling personale nei quali:

  • ricostruire il senso della motivazione continua;
  • costruire un nuovo senso di automotivazione;
  • aiutare la persona a capire i propri punti di forza e debolezza;
  • fare chiarezza sulle aspettative a breve e lungo termine;
  • verificare la possibilità di piani di crescita professionale e personale individuali e in gruppi precostituiti;
  • ricostruire il senso della relazione;
  • aiutare a risolvere i piccoli conflitti e a gestire quelli già in atto;
  • portarsi al centro dei processi divenendone protagonista;
  • condividere per alimentare luoghi di lavoro più costruttivi per sé e per gli altri

Per chi invece è alla ricerca di nuova occupazione o vuole cambiarla gli incontri di counseling potrebbero essere orientati a:

  • costruire un piano descrittivo delle proprie abilità e capacità;
  • valutare le proprie aspirazioni intermini più realistici;
  • sentire la trasformazione come una possibilità e non come un problema;
  • affrontare i colloqui con maggiore decisione e serenità;
  • pianificare gli eventi in modo costruttivo;
  • rielaborare una nuova visione di se stessi in relazione alle proprie aspirazioni;
  • sentirsi comunque parte di un processo in evoluzione;
  • vivere con determinazione la fase di acquisizione di un lavoro;
  • curare la propria formazione continua.

Non possiamo non lavorare, ma questo non significa che il lavoro debba essere per forza un inferno, prima di trovarlo, quando lo si ha e quando lo si vuole cambiare, crisi inclusa.

Paolo G. Bianchi
Antropologo, Counselor

Bibliografia

  1. Paolo G. Bianchi, E-book gratuito: “Perché investire in formazione in tempi di crisi”
  2. Paolo G. Bianchi, E-book gratuito: “Il mio counseling”
  3. Paolo G. Bianchi, E-book gratuito: “Brain Whispering, il mio counseling in azienda”
  4. Paolo G. Bianchi, E-book gratuito: “Counseling e Regola benedettina”
  5. Francesca Pivetti, “Il lavoro oggi”, 2011 Antipodes
  6. Alessandro Amadori, “Curriculum Vitae”, 2008, Il Sole 24 Ore

1 Comment on "Lavorerai con fatica"

  1. Ho letto, cercato di fare mio, e condividere. Eppure, in un testo così ampio ed interessante, mi hanno colpito tre passaggio, quasi una scansione che riassumono anche il resto, che io conoscevo con l’equivalente del vivrai del sudore della tua fronte. Mi ha colpito e mi colpisce ancora che le Religioni hanno voluto ancorato il valore che caratterizza la vita dell’Uomo Terra. a volte ci sfugge anche nel privato, ma è la vera stella polare credo dell’essere umano che attraversa quel destino prescritto. Non a caso temo che il più serio male oggi anche della nazione sia la depressione, e l’ho letto detto da un presule, non da un uomo di Stato. Questa è la opportunità vera latente delle grandi crisi. Allora metto in fila “lavorerai con fatica”, non c’è vita e lavoro, ma anche politica “senza un sogno da provare e realizzare”; “possiamo ressettare tutto”.Forse come popolo, ci serve un Analista. Poi andiamo…

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