È noto che sia l’attività fisica che l’ascolto della musica hanno effetti positivi sulla salute del nostro cervello, in particolare sulla sfera cognitiva, sull’umore e salute generale.
Alcuni esperti hanno ipotizzato che la musica possa essere considerata una forma particolare di attività fisica. Sia lo sport che la musica, infatti, implicano un movimento muscolare controllato, ad esempio suonare uno strumento o ballare, e implicano l’uso dei sensi, come vista e udito.
A differenza dello sport la musica può anche essere uno stimolo del tutto passivo e non consapevole, ad esempio in persone in stato comatoso. Esistono dei meccanismi comuni?
È stato ipotizzato che il BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor), un fattore neurotrofico fondamentale per la salute del nostro cervello, sia l’elemento comune alla base dei benefici di sport e musica. Questo fattore promuove la neurogenesi, la plasticità sinaptica ed è coinvolto nella risposta allo stress e nell’adattabilità del cervello.

Per fare chiarezza su quanto sappiamo fino ad oggi, Elvira Brattico e colleghi delle Università di Bari e di Napoli “Federico II”, in uno studio open access pubblicato su Cells, hanno esaminato la letteratura scientifica sul ruolo di sport e musica nella regolazione del BDNF.
Le prove degli effetti dell’attività fisica sul BDNF sono numerose, sia nell’animale modello che nell’uomo. Il movimento muscolare stimola la produzione di BDNF che a sua volta aumenta il flusso ematico nel cervello, aumenta il volume ippocampale, migliora la neurogenesi, la plasticità sinaptica e infine la funzione cognitiva.
Anche per quanto riguarda la musica diversi studi sui modelli animali hanno dimostrato che l’ascolto passivo della musica è in grado di aumentare i livelli di BDNF. Mancano, invece, studi nell’uomo che dimostrino il coinvolgimento diretto di BDNF.

Studi futuri potranno chiarire se l’ascolto della musica ha delle potenzialità nel promuovere la produzione del prezioso fattore anche nell’uomo, il tal caso il BDNF potrebbe essere la molecola alla base dei suoi effetti sulla neurogenesi e sulla plasticità sinaptica.
Quali implicazioni? Se gli effetti dell’ascolto della musica sul BDNF saranno confermati si potrebbe pensare di utilizzare la musica per promuovere la produzione di BDNF in persone che necessitano di migliorare la salute cerebrale.
L’utilizzo della musica insieme all’attività fisica potrebbe rappresentare una strategia economica e sicura per preservare, o ripristinare, le capacità cognitive negli individui anziani o con funzioni cognitive compromesse.
Simona Caporali, Ph.D.
Lo studio:
Photo by Lechon Kirb on Unsplash
Illustrazioni di Brattico et al. (cit) licenza Creative Commons
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