Pokémon Go è diventato in breve tempo un fenomeno di larga scala coinvolgendo milioni di utenti in tutto il mondo. Neuroscienziati e psicologi si interrogano ora sugli effetti – benefici o meno – che un uso assennato del gioco può apportare alla vita delle persone.
Attualmente giochi basati sulla realtà virtuale vengono usati per il trattamento di depressione, ansia, disturbo post traumatico da stress, alcune forme di fobia e nella riabilitazione post ictus. Si è notato che acquisire familiarità con fenomeni simil-sociali in ambiente virtuale, può mediare il reinserimento graduale del paziente affetto da tali disturbi nella realtà quotidiana.
Pokémon Go è però un gioco di realtà aumentata e non di realtà virtuale. Una delle distinzioni principali tra le due forme di realtà è che mentre la seconda crea un ambiente a lato di quello reale, la prima richiede di essere situati nell’ambiente quotidiano per potervi “avere accesso”. E’ improbabile dunque che gli effetti benefici dell’utilizzo terapeutico della realtà virtuale possano essere comparati con quelli della realtà aumentata. Gli effetti dell’utilizzo della realtà aumentata e di giochi come Pokemon Go sono probabilmente da ritenersi modesti, ma tuttavia alcuni sono convinti che non siano trascurabili, perché permettono alle persone di esplorare in maniera nuova l’ambiente che le circonda.
Colin Ellard, nell’Urban Realities Laboratory dell’Università di Waterloo, in Canada, studia con il suo team le relazioni tra le configurazioni dei tracciati urbani e le operazioni mentali benefiche degli individui che percorrono le strade cittadine (psychologyonthestreet.com). In un articolo apparso su Quartz Ellard osserva che quando le persone si muovono all’interno di animate realtà cittadine il loro umore e il loro stato fisiologico tendono entrambi a migliorare. Quando si avventurano in giardini o parchi il loro comportamento cambia nuovamente: si rilassano e diventano attenti all’ambiente che li circonda, si sentono felici e a loro agio.
Un corpo enorme di ricerche messe insieme negli ultimi decenni hanno mostrato che la permanenza in questi ambienti rallenta il battito cardiaco e la pressione del sangue, e combatte la tendenza a “l’esaurimento cognitivo” dovuto al dispendio di energie mentali per far fronte alle necessità della vita quotidiana e ai suoi compiti. In esperimenti di brain imaging, l’esposizione a scene piacevoli di ambienti naturali o artificiali è associata all’aumento di attività di un’area del cervello chiamata giro paraippocampale, la quale è una regione importante coinvolta nel processare scene complesse. Quest’area contiene un gran numero di recettori oppioidi: ciò suggerisce che vedere scene piacevoli può risultare un forte rinforzo per noi come altri tipi di motivatori, ad esempio il cibo o il sesso.
Il problema generalmente rilevato è che giocare a Pokémon Go e quindi entrare in una realtà aumentata non significa necessariamente spingere l’utente ad esplorare attivamente la realtà. Ci si può benissimo concentrare sul gioco senza porre attenzione a ciò che ci circonda. E’ vero, Pokémon Go può essere un mediatore per l’esplorazione del nostro ambiente in maniera del tutto nuova, a condizione che l’utente sia nella disposizione giusta. Tanto di nuovo può apparire all’interno di ciò che quotidianamente diamo per scontato e tanto in termini di benessere mentale e fisico possiamo ottenere dal contatto disimpegnato ma attento con il nostro ambiente.
Ma Pokémon Go può mediare molto più realisticamente un approccio a ciò che ci circonda ancora più superficiale di quello che quotidianamente manteniamo. La realtà può diventare accessoria, con tutte le conseguenze negative che si possono immaginare. Pokemon Go è un gioco di realtà aumentata, ma l’apporto alla realtà è praticamente ininfluente, tanto che si può dare attenzione al gioco senza dare molta attenzione alla realtà. Più informazioni ricevo su ciò che osservo, che non sono contenute direttamente negli oggetti su cui la mia attenzione si focalizza o in quello che conosco, tanto più la mia realtà sarà aumentata. Difficile capire se l’aumento della realtà portata dall’utilizzo di Pokémon Go si discosti veramente dallo zero.
Andrea Bucci
Image credits: Wachiwit / Shutterstock.com
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