Un team internazionale di neuroscienziati coordinato da Mazahir Hasan del Max Planck Institute for Medical Research di Heidelberg è riuscito a visualizzare in vivo singoli potenziali d’azione di neuroni di animali di laboratorio grazie a un metodo innovativo di inserimento di proteine fluorescenti nel cervello mediante vettori virali genetici.
Il metodo consente di osservare con microscopio a due fotoni quando e quali neuroni entrano in comunicazione fra loro e, data la durata di alcuni mesi delle proprietà di fluorescenza di queste proteine, rende possibile il monitoraggio dell’attività cerebrale per periodi sufficienti a indagare a livello cellulare l’esordio di disturbi neurodegenerativi quali Parkinson e Alzheimer, la corea di Huntignton e anche il normale processo di invecchiamento cognitivo.
“Con questo metodo saremo anche in grado di comprendere come il cervello umano regola complessi processi di pensiero e come, ad esempio, trasforma numerose impressioni sensoriali in memorie a lungo termine” ha spiegato Hasan in una nota stampa del Max Plank Institute.
In passato i potenziali d’azione dei neuroni erano rilevabili soltanto attraverso microelettrodi impiantati nel cervello delle cavie. I risultati dello studio sperimentale sono stati pubblicati su Nature Methods (Damian J Wallace, Stephan Meyer zum Alten Borgloh, Simone Astori, Ying Yang, Melanie Bausen, Sebastian Kügler, Amy E Palmer, Roger Y Tsien, Rolf Sprengel, Jason N D Kerr, Winfried Denk & Mazahir T Hasan, Single-spike detection in vitro and in vivo with a genetic Ca2+ sensor, Nature Methods, Vol.5 No. 9, 2008, 797).
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