Come le scienze del cervello influenzano ai giorni nostri il diritto, l’arte, la filosofia, le decisioni mediche, persino la religione. E come queste discipline antiche possono aiutare le neuroscienze a meglio definire il proprio ruolo in un mondo che da esse si aspetta grandi cose, forse troppo… Di questo si parlerà dal 4 al 6 maggio al Palazzo del Bo di Padova, al congresso annuale di Neuroetica.
A Padova verrà fatto insomma il punto sulle neuroscienze, che promettono di cambiare alcuni ambiti della nostra vita, oltre che una parte delle nostre “radici” culturali e non solo. “In una discussione filosofica, in un aula di tribunale, in una recensione di una mostra d’arte, in un libro sulla coscienza, un tempo parlare del ruolo del cervello poteva sembrare una bizzarria fuori luogo. Oggi è una costante, forse addirittura, secondo i critici, una moda o una neuro-mania. Dove sta la giusta misura? Che sta succedendo davvero a livello di ricerca scientifica e ricadute pratiche? Chi ha le giuste competenze?”, si chiedono provocatoriamente i patron dell’ormai tradizionale appuntamento di riflessione annuale sui rapporti complessi e sempre in mutamento delle neuroscienze nella nostra società, Giuseppe Sartori e Andrea Lavazza.
A Padova si comincerà dunque mercoledì 4 maggio, con una tavola rotonda su “Neuroscienze e Religione” moderata da Marco Mozzoni, direttore di BrainFactor. Qual è il ruolo delle specifiche aree cerebrali nelle esperienze mistiche e religiose in genere? Alcuni individui sono più “predisposti” ad avere un orientamento spirituale? Oggi sappiamo che la preghiera e la meditazione possono modificare le connessioni tra neuroni. Un teologo autorevole come Giacomo Canobbio ne parla con studiosi e ricercatori come Gilberto Corbellini, Franco Fabbro, Alberto Oliverio e Piergiorgio Strata.
La mattina del 5 maggio toccherà ai “filosofi che non disdegnano il laboratorio”, come l’americana Adina Roskies, spiegare come cambia il modo di fare riflessione sull’essere umano una volta che le neuroscienze ci “svelano” i dettagli del suo “funzionamento” cerebrale. Siamo davvero liberi? Capiamo come agisce il nostro inconscio o ne siamo guidati senza che ce ne accorgiamo? E la filosofia ha ancora un ruolo proprio, autonomo dalla scienza? Risponderanno Mario De Caro, Michele Di Francesco, Alfredo Paternoster e Corrado Sinigaglia. Presiede Carlo Arrigo Umiltà.
Nel pomeriggio del 5 maggio un tema affascinante ma anche drammaticamente attuale. Misurare gli stati di coscienza e di incoscienza vuol dire studiare il mistero forse più impenetrabile della scienza, quello della coscienza umana… Ma vuole dire pure valutare le reali condizioni di coloro che hanno subito gravissime lesioni cerebrali. Recenti casi di cronaca, sfociati in infuocati dibattiti giudiziari, politici e sociali, dimostrano quanto l’argomento sia d’attualità. Ne parlano Edoardo Boncinelli, Marcello Massimini, Paolo Maria Rossini, Andrea Soddu ed Enrico Alleva. Presiede Domenico D’Avella.
Il 6 maggio infine, neuroscienziati e giuristi a confronto su uno dei campi di applicazione più promettenti e forse rivoluzionari delle scienze del cervello: quello del processo penale. Nuove fonti di prova, con innovative “macchine delle verità”; nuovi strumenti diagnostici, con cui stabilire l’imputabilità dei criminali, a partire dai test genetici e dalle tecniche innovative di neuroimaging, che permettono di “misurare” la funzionalità cerebrale dell’imputato. Fino alla possibilità di affermare una tesi estrema, che siamo “determinati nei nostri comportamenti, quindi non responsabili delle nostre azioni”? E di conseguenza non avrebbe senso punire chi viola la legge? Il dibattito prenderà vita con Fausto Caruana, Guglielmo Gulotta, Pietro Pietrini, Giuseppe Sartori e Amedeo Santosuosso. Presiede Umberto Vincenti.
Nel pomeriggio del 6, un’intrigante incursione nel mondo dell’arte… Perché ci piacciono certi quadri e altri invece non incontrano proprio la nostra sensibilità estetica? Sono gli artisti stessi dei neuroscienziati inconsapevoli? Il godimento delle opere di pittori e scultori ci sembra così lontano dalla scienza e dal cervello, mentre deve ormai fare i conti con le nuove scoperte sui nostri neuroni “sensibili” quanto i più raffinati critici. Ci guideranno in questo percorso Liliana Albertazzi, Chiara Cappelletto, Lamberto Maffei e Riccardo Manzotti. Presiede la giornalista del Sole 24 Ore Anna Li Vigni.
Il convegno è promosso dall’Università di Padova e dal Dipartimento di Psicologia generale della stessa università, con il sostegno della Fondazione Sigma Tau e della Fondazione Giannino Bassetti.
Qui il programma integrale dell’evento (pdf).
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