Che attività fisica, mentale e sociale possano influire sull’efficienza cognitiva nel corso dell’invecchiamento sembra essere oggi una consapevolezza diffusa, ma diversi “segmenti” di popolazione avrebbero opinioni differenti in merito ad esempio alle specifiche attività, al ruolo dell’alimentazione, ai fattori genetici in gioco. E “i media dovrebbero fare di più e meglio, viste le attuali lacune e imprecisioni su questi temi”. Lo rivela un numero speciale del Gerontologist interamente dedicato alla promozione della “salute del cervello” in età avanzata.
A detta di William J. McAuley, editore del Gerontologist, è la prima volta che viene messo in luce che cosa pensano gruppi differenti per etnia, cultura, lingua e dislocazione geografica in merito all’invecchiamento e alla salute del cervello.
Nello speciale non vengono soltanto analizzate “le attitudini e le percezioni” delle persone intervistate, ma vengono anche discussi metodi di prevenzione mirata destinati ai diversi gruppi demografici.
Questo lavoro è il risultato di un percorso conoscitivo – informativo attuato dall’americano Healthy Aging Research Network (HAN) fra il 2005 e il 2007, basato sull’organizzazione di focus group a cui hanno partecipato americani adulti provenienti da tutto il territorio degli Stati Uniti, in rappresentanza di aree urbane e rurali, delle principali etnie, di diversa madre lingua, oltre ad anziani con disturbi cognitivi e loro famigliari.
Be the first to comment on "Salute cervello, serve informazione mirata"