CATANIA – E’ il caso del momento e i neurologi italiani riuniti a congresso a Catania ci vanno cauti: l’ipotesi sostenuta da Paolo Zamboni sul possibile ruolo delle alterazioni dei vasi venosi del collo e intracranici (CCSVI) quale fattore causale della sclerosi multipla “rimane controversa”. Lo si legge in una nota diffusa nel pomeriggio dalla Società Italiana di Neurologia (SIN).
“Ciò che risulta assolutamente acclarato – prosegue la nota – è che nessun singolo fattore è sufficiente a provocare la sclerosi multipla e che in gran parte sono ignoti i fattori che possono influenzare il decorso della malattia”.
La sclerosi multipla è infatti una malattia infiammatoria causata da una complessa interazione tra fattori ambientali – alcuni dei quali noti, come il fumo, i bassi livelli di vitamina D – e profilo genetico con determinate caratteristiche, di cui ne sono state individuate una quindicina.
“La possibilità che anche altri fattori come virus o tipo di alimentazione abbiano un ruolo causale rimane controversa e nell’ambito dei fattori causali controversi rientrano anche le alterazioni dei vasi venosi del collo e intracranici, per le quali il professor Zamboni ha coniato il termine di insufficienza venosa cerebrospinale cronica (CCSVI)”, ha sottolineato oggi Angelo Ghezzi, coordinatore del Gruppo di studio sulla sclerosi multipla della SIN.
“Il susseguirsi incalzante di notizie riguardanti le relazioni potenziali tra alterazioni strutturali dei vasi venosi del collo deputati al circolo refluo dal cervello e dal midollo spinale e la sclerosi multipla, nonché la possibile efficacia e sicurezza di procedure terapeutiche atte a rimuovere tali alterazioni, ci costringe ad alcune considerazioni e prese di posizione a difesa della salute dei pazienti”, ha tenuto a precisare il presidente della SIN, prof. Antonio Federico.
Ma cosa dicono gli studi scientifici in proposito? Il primo, pubblicato da Zamboni e colleghi, che riscontravano la CCSVI nel 100% dei casi osservati e nello 0% dei soggetti di controllo, sembrava confermato nella sostanza agli inizi di aprile da una review uscita su International Angiology, ma “tre studi più recenti pubblicati su riviste recensite non rilevavano alcun tipo di associazione tra CCSVI e sclerosi multipla e inoltre, impiegando i criteri proposti dal prof. Zamboni, rilevavano una percentuale di pazienti con CCSVI tra l’1% e l’8 per cento”.
Dal canto suo Zamboni ha oggi lamentato che “siamo di fronte ad una diatriba metodologica, più che di sostanza” e che “la discrepanza di dati si spiega nelle diverse metodologie impiegate”…
In ogni modo, ha risposto il prof. Federico, “prima di procedere a sperimentazioni cliniche sulla efficacia e sicurezza della dilatazione venosa mediante angioplastica in pazienti con sclerosi multipla, si deve prima dimostrare che esistano per lo meno correlazioni epidemiologicamente significative tra CCSVI e sclerosi multipla in quanto, in caso contrario, si esporrebbero i pazienti ai rischi della procedura terapeutica senza alcuna ragione”.
“Conscia del proprio ruolo istituzionale e delle conseguenti responsabilità – ha concluso il prof. Federico – la SIN intende vigilare affinché non vengano messe in atto iniziative che non rispondano alle leggi vigenti in materia sanitaria, a protezione dell’interesse dei malati”.
mi sittoporrei a qualsiasi intervento pur di stare meglio la nostra malattia sm.ti consuma in toto lentamente ho 53 anni ultima ricaduta giugno 2010 fermata con siolumedrol 1000x8gg. è dal 1988 che combatto con questo male oscuro aiutateci almeno a vivere meglio grazie
Sono scandalizzato. Un mio amico ha fatto l’angioplastica e adesso vive felice. Perche’ i neurologi sono scettici? Ci sono le prove di un netto miglioramento della malattia. Ci sono altri interessi sotto? Credo di si.
http://www.youtube.com/watch?v=4p7sRh8KbnI&feature=&p=DD53D6945A3DFF67&index=0&playnext=1
Il video spiega il mio punto di vista riguardo all’intervista di un professore di Padova all’AISM… le posizioni della neurologia mondiale non sono più difendibili
Ho fatto l’intervento, da sveglio e parlando con il medico che mi operava. una visita dal dentista è più dolorosa. ho recuperato qualcosa nella capacità di resistenza alla fatica. Stavo in sar e sono in sar, ma la vita è cambiata in meglio.
Posso respirare senza affaticarmi, scusate se è poco ma a me sta bene.
Posso stare alzato fino a tarda sera e prima non arrivavo alle 22.00. Scusate se è poco ma a me sta bene.
E tante piccole cose che mi fanno credere in un futuro roseo, scusate se è poco ma a me sta bene.
Al Convegno mondiale sulle Controversie in Neurologia, la scorsa settimana a Barcellona, si é svolto un dibattito intitolato “La CCSVI gioca un ruolo nella patogenesi ( meccanismi causativi ndr ) della sclerosi multipla?” Per il SI ha relazionato il prof. Paolo Zamboni e per il NO il prof. Stuve di Dallas, moderatore il prof. Miller di Tel Aviv. Dopo un animatissimo dibattito la votazione da parte dell’audience completamente di estrazione neurologica ha avuto un esito inatteso. Quasi il 50% ha infatti votato a favore del SI. Inoltre, certo è che Il Symposium finanziato dalla Fondazione Charcot all’Ectrims di Goteborg è stato dedicato due settimane fa alla CCSVI. Non è pensabile che venga riservato l’appuntamento centrale del congresso più rilevante della neurologia europea ad una manifesta sciocchezza scientifica. E’ quindi irresponsabile, e denotante mala fede, oggi banalizzare le ricerche del prof. Paolo Zamboni.