Sé psicosomatico e psicoterapia

Sé psicosomatico e psicoterapia.Qual è il rapporto fra disturbi somatici ed emozioni? Perché lutti, abbandoni, traumi possono incidere sull’equilibrio del nostro sistema psicofisico? Quali sono i fattori che rendono alcune persone “predisposte” a sviluppare malattie autoimmuni e disordini cronico degenerativi? In che modo la psicoterapia può ristabilire l’armonia naturale del “Sé psicosomatico”? Ecco cosa dicono le neuroscienze.

Un corpus sempre maggiore di evidenze dimostra come diverse patologie psicosomatiche nascano da una disregolazione dei meccanismi di controllo delle emozioni. La “sede” delle emozioni è localizzabile nel sistema limbico ipotalamico, appannaggio in particolar modo dell’amigdala e dell’ippocampo. Tale disregolazione può essere concettualizzata come una patologia della “membrana” che separa il Sé conscio dal Sé inconscio, dove lutti, abbandoni e traumi possono essere alla fonte della rottura di questo equilibrio. La malattia insorge come diretta conseguenza di questo disarmonico adattamento delle emozioni collegate al trauma e conflitto.

I soggetti predisposti geneticamente, HLA determinati e con strumenti non adeguati del controllo del Sé e della gestione delle emozioni, possono sviluppare, immediatamente o a poca distanza di tempo da un evento traumatico una patologia sistemica a carattere autoimmune o cronico-degenerativa.

Ogni intenso stato psicologico, stress, traumi, dolori, inducono lʼattivazione dei geni primari rapidi (IEG), che sono i trasduttori dellʼinformazione tra ambiente esterno e matrice del nucleo cellulare e nel nostro corpo, stimolando lʼattività neuronale di autocreazione. Lo stato di incubazione è caratterizzato da un lieve stato di confusione, di stress e di sintomi psicosomatici. I conflitti emotivi durante questo stadio rappresentano il linguaggio mente corpo in relazione a problemi non ancora risolti che a livello conscio richiedono ancor una rielaborazione ed un reinquadramento a livello conscio.

La plasticità cerebrale e quindi la possibilità del cambiamento, è generata dalla sintesi di nuove proteine e di nuove connessioni sinaptiche che portano alla elaborazione di nuove prospettive nel soggetto, questo comporta spesso la presa di coscienza e la scomparsa dei sintomi psicosomatici. Questa attivazione segue il ritmo ultradiano di 90-120 minuti a livello genetico e cognitivo comportamentale con importanti implicazioni sulla psicoterapia.

La fase successiva è quella del consolidamento e verifica dellʼapprendimento del nuovo schema. Gli stati negativi delle emozioni innescano le cascate di espressione genica che portano ai meccanismi dello stress e alla malattia. Il sistema limbico – ipotalamico, responsabile della conservazione dellʼequilibrio tra il mondo esterno e la realtà interna, traduce le emozioni in molecole messaggere ormonali del sistema endocrino, autonomo, immunitario con un meccanismo bidirezionale di comunicazione. Questo sistema di comunicazione bidirezionale è in grado di influenzare l’equilibrio mente – corpo / corpo – mente, predisponendo il soggetto tanto verso la comparsa di una malattia, quanto alla sua possibile guarigione.

Il nostro cervello lavora come un network col fine di promuovere la plasticità cerebrale delle diverse connessioni sinaptiche quando è sottoposto ad un insulto esterno che, proprio per le interrelazioni mente corpo si esplica a più livelli. Un fattore di crescita come il Nerve Growth Factor (N.G.F. ) è fondamentale per la creazione e il mantenimento di connessioni sinaptiche e della plasticità cerebrale, regola il funzionamento dei circuiti cerebrali alterati e lʼinformazione cerebrale come nella depressione. Serve per combattere la degenerazione nervosa e nelle malattie degenerative del S.N.C. e S.N.P.

Una indicazione terapeutica al suo utilizzo nelle depressioni nervose è il riassetto informativo cerebrale, combattendo anche gli effetti negativi degli psicofarmaci. Anche lʼutilizzo della melatonina è indicato a supporto della psicoterapia in quanto è un sincronizzatore di tutti i messaggi che arrivano allʼorganismo il cui compito finale è di integrarli.

Il Sistema nervoso centrale è particolarmente suscettibile agli insulti degli ossidanti; infatti il cervello, pur rappresentando il 2-3% dellʼintero peso corporeo, utilizza circa il 20% dellʼossigeno inspirato, considerato la fonte primaria dei radicali liberi dellʼossigeno. I neuroni cerebrali possiedono, a livello dei fosfolipidi di membrana, elevate quantità di acidi grassi polinsaturi, il bersaglio ideale dei radicali liberi dellʼossigeno, dai quali vengono generati i perossidi, marcatori di insulto ossidativo, misurabili attraverso il d-ROMs test (valori normali 250-300 U CARR).

Diverse aree dellʼasse encefalico (es. nucleo rosso del mesencefalo) possiedono depositi di ferro che, una volta resosi disponibile in forma libera, può catalizzare la conversione in radicali liberi dellʼossigeno; altamente reattivi i perossidi, che diventano, così, pericolosi amplificatori dellʼiniziale insulto ossidativo (c.d. “reazione di Fenton”). Le catecolammine prodotte nei circuiti neurotrasmettitorali dellʼencefalo possono generare specie chimiche reattive centrale sullʼossigeno, quali lʼanione superossido (per meccanismi di auto-ossidazione) e il perossido di idrogeno (per azione delle monoammino ossidasi, MAO).

Di fronte ai potenziali insulti ossidativi, i neuroni non sono in grado di elevare una valida barriera contro i radicali liberi dellʼossigeno, a causa della loro scarsa capacità di accumulare preziosi antiossidanti, quali le vitamine C ed E. Secondo un recente studio della Columbia University di New York, le tecniche di ipnosi, meditazione, visualizzazione, rilassamento ecc. – praticate seguendo la tradizione Indo-Tibetana – possono esibire favorevoli effetti sulla qualità della vita e la longevità, probabilmente anche attraverso la riduzione dei livelli di stress ossidativo.

Per la psicoterapia la rappresentazione del Sé e degli oggetti interni può essere modificata attraverso lʼintervento psicoterapico: secondo le neuroscienze, questo avviene attraverso lʼespressione genica e la modificazione delle connessioni sinaptiche; durante lʼapprendimento si osservano infatti modificazioni dellʼarchitettura cellulare, come anche un aumento del numero delle sinapsi e un potenziamento delle stesse. La psicoterapia come forma di nuovo apprendimento può determinare cambiamenti simili a livello cerebrale. Se questo avviene anche i meccanismi biologici che sostengono la neuroimmunomodulazione del meccanismo dello stress e conseguentemente la stimolazione cronica dellʼinfiammazione vengono ad essere modificati e bloccati.

Le “parole” della relazione psicoterapica acquistano la dignità di fattore terapeutico, alla stregua di altri tipi di intervento, ad esempio quelli psicofarmacologici. Il contributo quindi della Psicoterapia Ipnotica , tanto più precocemente viene avviato, è in grado di dare ai nostri pazienti maggiori speranze di guarigione non solo in termini di qualità di vita ma anche sul piano biologico attraverso il meccanismo della consolidazione del cambiamento. La metafora da inizio quindi ad una ricerca transderivazionale nel paziente per cercare un senso a ciò che gli viene detto.

Anna Strazzulli
Medico chirurgo, perfezionato in criminologia e psicopatologia forense

Bibliografia di riferimento:

  1. Ernest L. Rossi, “Discorso tra geni. Neuroscienza dell’ipnosi terapeutica e della psicologia”, Editris, 2005
  2. F. Bottaccioli, “Psiconeuroendocrinoimmunologia”, Edizioni Red, 2005
  3. Bessel A. van der Kolk, Alexander C. McFarlane, Lars Weisaeth (a cura di), “Stress traumatico. Gli effetti sulla mente, sul corpo e sulla società delle esperienze intollerabili”, Edizioni Magi, 2005
  4. Alberto Siracusano, Alex I. Rubino, “Psicoterapia e neuroscienze”, Il Pensiero Scientifico Editore, 2006
  5. Mauro Mancia, “Neurofisiologia e vita mentale”, Zanichelli
  6. Joseph LeDoux, “Il Sé sinaptico. Come il nostro cervello ci fa diventare quelli che siamo”, Raffaello Cortina Editore, 2002
  7. G.B. Pier, J.B. Lyczak, L.M. Wetzler, “Immunologia, infezione, immunità”, Piccin, 2006
  8. Milton H. Erickson (a cura di: Rossi E. L.; Ryan M. O.), “Seminari, dimostrazioni, conferenze. Vol. 3: La comunicazione mente-corpo in ipnosi”, Astrolabio, 1988
  9. Massimo Biondi, “Mente, cervello e sistema immunitario”, McGraw-Hill, 1997
  10. Marco Mozzoni, “Pregare, meditare, guarire…”, Avvenire, 08/08/2010
  11. Iorio EL, Balestrieri ML. “Lo stress ossidativo”, in Angelo Burlina, “Trattato Italiano di Medicina di Laboratorio”, Piccin, 2009
  12. Hovatta I, Juhila J, Donner J. “Oxidative stress in anxiety and comorbid disorders”. Neurosci 12 Res. 2010. 68(4): 261–275.
  13. Olivo EL., “Protection throughout the life span: the psychoneuroimmunologic impact of Indo-Tibetan meditative and yogic practices”, Ann N Y Acad Sci. 2009. 1172: 163–171.
  14. Atkinson D, Iannotti S, Cozzolino M, Castiglione S, Cicatelli A, Vyas B, Mortimer J, Hill R, Chovanec E, Chiamberlando A, Cuadros J, Virot C, Kerouac M, Kallfass T, Krippner S, Frederick C, Gregory B, Shaffran M, Bullock M, Soleimany E, Rossi AC, Rossi K, Rossi E., “A new bioinformatics paradigm for the theory, research, and practice of therapeutic hypnosis”, Am J Clin Hypn. 2010. 53(1):27–46.
  15. Cong Y-S, Wright WE, Shay JW. Human telomerase and its regulation. Microbiology and Molecular Biology Reviews. 2002. 66 (3): 407–425.
  16. Masi S, Salpea KD, Li K, Parkar M, Nibali L, Donos N, Patel K, Taddei S, Deanfield JE, D’Aiuto F, Humphries SE., “Oxidative stress, chronic inflammation, and telomere length in patients with periodontitis”, Free Radic Biol Med. 2011 Mar 15;50(6):730-5. Epub 2010 Dec 30.

Be the first to comment on "Sé psicosomatico e psicoterapia"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.