Osservare le azioni dinamiche degli altri, come movimenti atletici, corsa o salti, eccita le aree corticali del cervello deputate al movimento, ma ciò avviene maggiormente negli uomini che nelle donne. È la conclusione di uno studio italiano pubblicato sulla rivista open access Plos One (Mado Proverbio A et al., Observation of Static Pictures of Dynamic Actions Enhances the Activity of Movement-Related Brain Areas, Plos One, May 6, 2009).
Ricercatori del Laboratorio di elettrofisiologia cognitiva dell’Università Bicocca di Milano, coordinati da Alice Mado Proverbio, in collaborazione con Federica Riva e Alberto Zani, dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm) del Cnr di Milano Segrate, hanno registrato potenziali bioelettrici che riflettono l’attività del cervello in studenti universitari maschi e femmine mentre osservavano diapositive di persone (di diversa età, numero e sesso) impegnate in salti, azioni atletiche, corsa, tuffi e li hanno confrontati con quelli suscitati da immagini di persone ritratte in pose statiche, ad esempio un ragazzo che gioca a scacchi o che fuma una sigaretta.
“Dopo 350 millisecondi dalla presentazione dell’immagine – spiega Mado Proverbio – si notava un’intensa attività dei neuroni specchio inferoparietali, motori e premotori che normalmente codificano l’azione in misura molto maggiore alle immagini dinamiche rispetto a quelle statiche, soprattutto nel cervello maschile. Nel cervello femminile è emerso, invece, un interesse generalizzato verso tutte le figure umane e un minore effetto di differenza tra immagini denotanti sforzo muscolare intenso piuttosto che debole”.
Questa diversità riscontrata tra i sessi potrebbe essere di origine parzialmente biologica, considerato che l’individuo maschile è dotato di un apparato muscolare mediamente più potente e potrebbe rispecchiarsi maggiormente nello sforzo muscolare altrui. Parallelamente, potrebbe riflettere una preferenza culturale di giovani maschi adulti per azioni ad alto dinamismo che si svolgono in un contesto sportivo.
Questi nuovi dati aiutano a comprendere i meccanismi imitativi per cui ci si prepara dal punto di vista sia fisiologico sia corticale a compiere un’azione semplicemente guardando i nostri simili. “E il caso – sottolinea Mado Proverbio – dei calciatori che si preparano a un tiro mentre osservano i compagni già in azione, o di chi si prepara ad attraversare un ponte pericolante e guarda le strategie motorie dei compagni che lo precedono.” Infatti, è nota da tempo l’utilità nell’esaminare immagini che ritraggono il gesto sportivo, o la semplice immaginazione del gesto per la preparazione atletica.
La possibilità di attivare la corteccia motoria e premotoria, che governano il nostro stesso movimento, semplicemente mostrando visivamente azioni umane spiega anche perché è così interessante per noi vedere gli altri che si muovono (ad esempio, una partita di calcio o una gara di ballo).
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