Anoressia e bulimia in aumento del 30% in Italia, rispetto a prima del “lockdown”. Colpiti in special modo i giovanissimi. Sono infatti 3 milioni i casi di disturbi del comportamento alimentare (DCA) a livello nazionale, con prevalenza fino al 10% tra le ragazze.
Le cause? “Isolamento, permanenza forzata a casa, chiusura delle scuole, annullamento delle iniziative di coinvolgimento sociale”. Lo denuncia oggi, su dati di fonte istituzionale, la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA).
Dei circa 8.000 pazienti (90% di genere femminile) afferenti ai centri specializzati del Sistema Sanitario Nazionale il 59% ha tra i 13 e i 25 anni, il 6% meno di 12 (dati ISS). Prevale l’anoressia nel 42% dei casi, seguono bulimia (18%) e “binge eating” (15 per cento).
“È ormai un problema di salute pubblica che non riguarda più soltanto gli adolescenti, ma anche bambine e bambini in età prepuberale, con conseguenze gravi sul neurosviluppo”, spiega oggi il presidente SINPIA Elisa Fazzi, nella giornata di sensibilizzazione.
Nel mondo i DCA interessano oltre 55 milioni di persone.
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