L’insufficienza venosa cerebrospinale cronica (CCSVI) potrebbe essere la conseguenza e non la causa della sclerosi multipla (SM). Lo sostiene uno studio di Robert Zivadinov e colleghi dell’Università di Buffalo (UB) pubblicato in questi giorni su Neurology. Lo studio degli americani confermerebbe in linea generale una maggiore prevalenza di CCSVI nei pazienti con sclerosi multipla, anche se con una “modesta sensibilità e specificità” dei risultati.
Il coordinatore della ricerca è Robert Zivadinov, MD, PhD, professore associato di neurologia alla UB School of Medicine and Biomedical Sciences e presidente della International Society for Neurovascular Disease.
“I nostri risultati – dice Zivadinov in una nota stampa UB – indicano che solo il 56,1% di pazienti con SM e il 38.1% di pazienti con una condizione definita come sindrome clinicamente isolata (CIS), hanno CCSVI. Anche se ciò può suggerire una associazione fra SM e CCSVI, tale associazione non implica causalità. Infatti, anche il 42,3% dei soggetti in studio con un altro disturbo neurologico (OND), così come il 22,7% dei soggetti in salute che hanno partecipato allo studio, presentavano CCSVI”.
“Questi dati – prosegue Zivadinov – indicano che la CCSVI non avrebbe un ruolo primario quale causa della sclerosi multipla; inoltre, i nostri risultati, confermano sì una aumentata prevalenza di CCSVI nei pazienti con SM, ma in modo sostanzialmente più basso rispetto ai valori di sensibilità e specificità riportati in orgine dai ricercatori italiani”.
“La CCSVI – spiega la nota UB – è una complessa condizione vascolare descritta per la prima volta dal prof. Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara, il quale ha ipotizzato che questo restringimento venoso ridurrebbe il normale flusso di sangue nel cervello, portando ad alterazioni nei normali pattern di flusso ematico e infine al danneggiamento dei tessuti cercebrali e alla degenerazione dei neuroni, fino alla sclerosi multipla. Il lavoro originale di Zamboni e colleghi su un gruppo di 65 pazienti e 235 controlli ha mostrato che la CCSVI risultava fortemente associata alla SM, con un incremento del rischio di SM di 43 volte”.
I risultati del lavoro della University of Buffalo si basano sullo studio dei 499 soggetti che hanno partecipato al “Combined Transcranial and Extracranial Venous Doppler Evaluation (CTEVD) Study”, iniziato nella stessa università nell’aprile del 2009. Dei 499 partecipanti, 289 persone avevano diagnosi di SM, 26 di OND, 21 di CIS, e 163 in salute costituivano il gruppo di controllo.
Tutti i soggetti sono stati sottoposti a scan echo-Doppler transcranici ed extracranici di testa e collo. I soggetti erano considerati “CCSVI positivi” se soddisfacevano due o più criteri emodinamici venosi (VH). “L’elevata prevalenza di CCSVI nei pazienti con SM progressiva – spiega Bianca Weinstock-Guttman, professore di neurologia alla UB e coautore dello studio – suggerisce che la CCSVI può essere una conseguenza, non la causa, della sclerosi multipla; diversi studi hanno riportato che i pazienti con SM progressiva mostrano decremento del flusso di sangue nel tessuto neuronale del cervello, indicando che la CCSVI può essere secondaria rispetto alla ridotta perfusione”.
Mistero risolto? Così conclude Zivadinov: “Le differenze fra il nostro studio, quello originale degli italiani e altri recentemente pubblicati enfatizzano la necessità di un approccio multimodale all’assessment del CCSVI. In aggiunta alla sonografia Doppler, l’uso di venografia selettiva, venografia a risonanza magnetica e Doppler intraluminale possono fornire maggiori evidenze per la reale prevalenza della CCSVI nei pazienti con sclerosi multipla”.
Il dibattito prosegue…
Reference:
Altri articoli di BrainFactor che hanno trattato il tema sclerosi multipla e CCSVI…
Andrebbero però evidenziati anche i seguenti indicatori scientifici:
1. Lo studio ed i dati sono gli stessi del press release fatto nella primavera scorsa e battezzato dagli esperti scientifici della BBC come “confirmatorio”;
2. sono gli stessi presentati come “confirmatori” al webinar mandato in rete lo scorso anno da Toronto AAN ed organizzato dalla NMSS americana;
3. i dati supportano invece fortemente che CCSVI è a pieno diritto un fattore causativo avendolo riscontrato in quasi il 60% delle forme pediatriche di SM ed in quasi il 40% delle CIS.
Caro Sig. Martinelli,
sicuramente ha ragione sul fatto che una news non può dettagliare tutto, altrimenti non sarebbe più tale (meglio andarsi a leggere direttamente lo studio a quel punto). E’ per tale ragione che rimandiamo sempre ai full text degli studi originali, riportando in calce il nome dell’autore, il titolo dello studio, la rivsta scientifica peer review su cui è stato pubblicato, oltre al link a cui può essere consultato integralmente (cosa che non siamo in molti a fare in Italia, come avrà avuto modo di constatare).
Il suo punto 3 si riferisce comunque a una sua ipotesi personale, in quanto il gruppo di ricerca della University of Buffalo che ha condotto lo studio sostiene proprio il contrario in un comunicato stampa ufficiale UB (che citiamo con rimando diretto, nel nostro articolo di sintesi), in cui così si legge:
<<"The higher prevalence of CCSVI in progressive MS patients suggests that CCSVI may be a consequence, rather than a cause, of MS," says Bianca Weinstock-Guttman, MD, co-principal investigator of the study and UB professor of neurology. Therefore, the possibility that CCSVI may be a consequence of MS progression cannot be excluded and should be further investigated.>>
Inoltre (sempre dal comunicato ufficiale UB):
<<"While this may suggest an association between the MS and CCSVI, association does not imply causality. In fact, 42.3 percent of participants classified as having other neurological diseases (OND), as well as 22.7 percent of healthy controls involved in the study, also presented with CCSVI. "These findings indicate that CCSVI does not have a primary role in causing MS," says Zivadinov. "Our findings are consistent with increased prevalence of CCSVI in MS, but substantially lower than the sensitivity and specificity rates in MS reported originally by the Italian investigators.">>
Da parte nostra ovviamente non sosteniamo le parti di nessuno, ma cerchiamo di dare spazio ed evidenza alle diverse posizioni e ipotesi che mano a mano emergono dal dibattito fra ricercatori e clinici.
Grazie per il commento e a presto.
La Redazione di BrainFactor
[quote name=”Luigi Martinelli”]Andrebbero però evidenziati anche i seguenti indicatori scientifici:
1. Lo studio ed i dati sono gli stessi del press release fatto nella primavera scorsa e battezzato dagli esperti scientifici della BBC come “confirmatorio”;
2. sono gli stessi presentati come “confirmatori” al webinar mandato in rete lo scorso anno da Toronto AAN ed organizzato dalla NMSS americana;
3. i dati supportano invece fortemente che CCSVI è a pieno diritto un fattore causativo avendolo riscontrato in quasi il 60% delle forme pediatriche di SM ed in quasi il 40% delle CIS.[/quote]
Pare che l’ipotesi “personale” del sig. Martinelli abbia ottenuto conferme dallo stesso gruppo di Buffalo, grazie al recente studio di trattamento pubblicato di recente sul sito di European Journal of Vascular Endovascular Surgery:
http://www.ejves.com/article/S1078-5884%2811%2900201-2/abstract