A 18 anni dall’ICD-10, ecco l’ICD-11. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rilasciato in questi giorni la nuova versione dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD).
L’adozione dell’ICD-11 diventerà efficace il 1 gennaio 2022, una volta avuto il beneplacito della World Health Assembly che si riunirà nel 2019. I Paesi avranno così modo di familiarizzare con il nuovo strumento diagnostico e programmarne per tempo l’implementazione.
Sembrano tempi lunghissimi, ma gli Stati Uniti ad esempio hanno introdotto il precedente ICD-10, pubblicato nel 1990, soltanto nel 2015, mentre non pochi Paesi adottano ancora l’ICD-9, quando non l’ICD-8. Avranno dunque molto da fare per rimettersi al passo con la comunità medica mondiale.
Che cosa c’è di nuovo nell’ICD-11? Intanto la quantità di codici a disposizione per le diagnosi, che passa dai 14.400 dell’ICD-10 a ben 55.000. Inoltre una serie importante di “aggiornamenti per il XXI secolo, che riflettono avanzamenti critici nella scienza e nella medicina”, come tengono a sottolineare alla World Health Organization.
Inoltre la nuova versione si integrerà perfettamente con i sistemi informatici e le applicazioni digitali di eHealth: sarà cioè totalmente “elettronica”, facile da implementare e – promettono all’OMS – più accessibile. Infine l’ICD-11 è stato sviluppato in modo trasparente e collaborativo, coinvolgendo più di 1.600 esperti durante la realizzazione e 31 Paesi nella fase di test.
“In un mondo di 7,4 milioni di persone che parlano circa 7.000 lingue differenti – si legge in una nota WHO – l’ICD fornisce un vocabolario comune per la registrazione e il monitoraggio dei problemi legati alla salute: se un medico non è in grado di leggere un referto scritto in lingua madre da un collega di un altro paese, sicuramente saprà che cosa significa la codifica ICD”.
I dati codificati con il sistema ICD popolano il database dell’Osservatorio Globale della Salute (WHO Global Health Observatory), porta di accesso alle statistiche sanitarie mondiali, con più di 1.000 indicatori di riferimento.
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