NAPOLI – “Uguali diritti e uguali cure per il nostro cervello!” E’ quello che chiede l’Associazione Lotta Ictus Cerebrale (Alice Italia Onlus), che sabato presenterà a Napoli i nuovi dati epidemiologici. “Oltre 150.000 casi dei 200.000 che si verificano ogni anno in Italia potrebbero essere evitati tenendo sotto controllo i principali fattori di rischio”, ha dichiarato il presidente Paolo Binelli.
“In diverse migliaia di casi si potrebbero azzerare o ridurre drasticamente gli effetti invalidanti dell’ictus con delle cure adeguate prestate nelle primissime ore dall’inizio dei sintomi. Il trattamento trombolitico effettuato entro le 4-5 ore dall’inizio dei sintomi permette infatti a un terzo delle persone colpite da Ictus ischemico di rientrare nel giro di pochi giorni alle proprie abitazioni completamente guarite e a un altro 50% di tornare a casa in buone condizioni funzionali. Lo stesso vale per i pazienti colpiti da ictus emorragico per i quali il trattamento presso strutture dedicate e da personale specificamente addestrato può fare la differenza fra la vita e la morte. Oltre il 35% delle persone colpite da ictus cerebrale, se ricoverato in una struttura ospedaliera che dedichi un percorso specifico alla cura di questi malati, riesce a guarire in pochissimo tempo”, spiega la Prof. Maria Luisa Sacchetti, presidente onorario di Alice Italia Onlus.
Tali cure sono praticate nelle Unità Emergenza Ictus (Stroke Unit; qui l’elenco pubblicato da Alice), che nel nostro Paese non sono ancora diffuse in maniera capillare: su un totale stimato di oltre 350 Stroke Unit ne risultano operative soltanto 154, quasi tutte concentrate nel nord Italia, dicono i dati dell’associazione. “Nel Sud Italia si muore infatti più di Ictus Cerebrale che di infarto del miocardio proprio perché le Unità Emergenza Ictus sono quasi assenti. Gli abitanti di queste regioni risultano pesantemente penalizzati e non molto meglio va per gli abitanti delle province laziali, eccetto Roma. Malgrado da diversi anni in queste regioni siano stati approvati i piani per una rete strutturata a far fronte efficacemente all’ictus, poco o nulla è stato realizzato e gli abitanti sono di fatto cittadini di Serie B, almeno per quanto riguarda il cervello”, sottolinea Binelli.
E’ proprio per questo che è stata scelta Napoli quale città ospite del V Convegno Nazionale di Alice Italia Onlus, evento che si inserisce nelle iniziative promosse per il mese della prevenzione. Fra queste si ricorda che è ancora possibile recarsi in farmacia (fino al 28 aprile) per il controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale, una anomalia del ritmo cardiaco che colpisce una persona over 55 ogni quattro, principale fattore di rischio per l’ictus. Qui l’elenco delle farmacie che aderiscono all’iniziativa.
Come al solito al Sud siamo più carenti ed è inammissibile, assurdo… Non ho parole, solo tanta rabbia.