La memoria e la speranza: Gaetano Perusini

La memoria e la speranza: Gaetano Perusini.Nell’estate tra il 1903 e il 1905 due giovani perlustrano, spesso avventurosamente, le Valli Alpine. Frequentano insieme la clinica psichiatrica di Roma diretta da Augusto Giannelli e il celebre laboratorio di neuropatologia di Mingazzini ma quando gli istituti sono chiusi trascorrono le vacanze in montagna dedicandosi alla sistematica ricerca di famiglie affette dal cretinismo.

Soffermano la loro attenzione sul volume del gozzo tiroideo e sul mixedema, l’accumulo di mucopolisaccaridi nel sottocute endemico in Valtellina; si occupano di monitorare i neonati e gli studenti delle scuole primarie. Sono due brillanti e giovani medici che avranno presto modo di dimostrare al mondo il loro valore: Ugo Cerletti, l’ideatore della terapia elettroconsulvivante, e Gaetano Perusini (nella foto), che avrà un ruolo fondamentale nel definire le placche amiloidi e le degenerazioni neurofibrillari caratterizzanti il quadro istologico del morbo di Alzheimer.

Nel frattempo, il mondo è cambiato. Lasciatasi alle spalle la guerra franco-prussiana (1871), l’Europa vuole sorridere e ballare il cancan e la quadriglia al Moulin Rouge. Nel 1895 viene proiettato al Salon Indien del Gran Cafè di Parigi “L’Arrivée d’un train en gare de La Ciotat”, uno dei primi cortometraggi dei fratelli Lumiere, pioneri della cinematografia. Esso può essere considerato un simbolo di questo periodo storico passato alla storia con il nome di Belle Epoque (1871-1914).

Lumiere

La leggenda racconta che gli spettatori si precipitarono all’esterno del locale, nel Boulevard dei Cappuccini, per timore di essere travolti dall’imponente locomotiva a vapore, atterriti dalla potenza del fotogramma, in grado di immortalare il movimento e l’istante. La Belle Epoque fu essenzialmente un periodo di pace e stabilità che permise la ricerca e lo sviluppo in tutti i campi del sapere. Le neuroscienze assumono un ruolo di primo piano . Nel 1882 viene assegnata a Jean Marie Charcot presso La Salpetriere la prima cattedra di Neurologia Clinica; tra i suoi allievi c’è Sigmund Freud.

L’anno successivo, Emil Kraepelin pubblica la prima edizione del Compendium der Psychiatrie, la prima moderna classificazione delle malattie mentali. I sogni e le speranze di un epoca si infrangeranno presto, travolti dalle urla di guerra di un atroce conflitto mondiale (1914-1918), causato da uomini che – pur avendo conosciuto la prima automobile, la radio, l’illuminazione elettrica – non erano cambiati, restavano sempre nel profondo del cuore gli uomini “della pietra e della fonda” trascinati  dall’odio “nella carlinga, con le ali maligne e le meridiane di morte” (Salvatore Quasimodo).

Sarà proprio alla “corte” di Kraepelin, al grande Istituto di Monaco in Nussbaumstrasse, che si incontrano per la prima volta Alois Alzheimer e il nostro giovane ricercatore italiano, Gaetano Perusini. Come afferma Oscar Wilde, una donna è sempre gelosa perché “Le donne brutte sono sempre gelose dei propri mariti, quelle belle non ne hanno mai il tempo perché sono troppo occupate ad essere gelose dei mariti degli altri”. Eppure alcune sono più gelose di quanto sia normale pensare.

Cervelli

E ad Alzheimer non era sfuggita la situazione clinica di Auguste D, una cinquantenne di Francoforte che accusava violenti attacchi di gelosia delirante, disturbi fobici e decadimento cognitivo. Ancor più grande deve essere stata la sua sorpresa quando, sottoponendone l’encefalo ad osservazione autoptica, notò un’atrofia cerebrale dovuta ad alterazioni e morte di un terzo dei neuroni corticali; un caso assolutamente anomalo nel campo delle demenze. Eppure, al grande convegno psichiatrico di Tubinga del 1906, il suo caso clinico passò totalmente inosservato; negli atti non fu nemmeno riportato il testo del suo discorso ma solo il demotivante titolo “una caratteristica malattia della corteccia cerebrale”.

E’ per questo che Alzheimer decide di affidare al giovane Perusini un compito importante. Un approfondito studio sulle caratteristiche istologiche e citologiche osservate nel caso di Auguste D. Perusini riuscirà nell’impresa aiutato dalla rivoluzionaria “reazione nera, il nuovo metodo istologico frutto dell’ingegno di un altro italiano, Camillo Golgi,  che tramite la deposizione di argento metallico sulla superficie neuronale consente di evidenziarne i più minimi dettagli.

Istologia

Identificando con chiarezza le placche degenerative neurofibrillari,  Perusini permette a  Kraepelin di inserire e divulgare, nell’ottava edizione del suo monumentale trattato (1910) una nuova malattia, la demenza presenile passata alla storia con il nome di morbo di Alzheimer (ma che sarebbe più corretto chiamare di Alzheimer-Perusini).

Perusini, richiamato in Italia dall’amico Cerletti,  morirà in guerra nel 1915, a soli 36 anni, colpito dalle schegge di una granata austriaca nei pressi di S. Floriano alle pendici del monte Sabotino. Da quel giorno il nome di Perusini sarà dimenticato. Nello stesso anno morirà Alzheimer, consumato dalla disfunzione renale e febbre reumatica di un’infezione da streptococco.

Gaetano Perusini

Perché ricordare oggi Gaetano Perusini (nella foto)? Non solo per rendere giusta memoria a uno scienziato dimenticato dalla storia, ma per un monito e una speranza oggi più che mai attuale.  Siamo un paese in crisi, soffocato da una congiuntura economica sempre più pericolosa. La disoccupazione tocca livelli record, aumentano la recessione e l’inflazione, le famiglie stringono la cinghia. Ma siamo un paese vitale, pieno di talenti, di ricerca, di desiderio nonostante tutto, di intelligenze e di bellezza, non dimentichiamolo mai, non malediciamo mai il nostro Paese.

Questa bellezza è dentro di noi: nel nostro corpo, nelle nostre vene, negli occhi, nelle mani, nel pensiero e nel movimento. Nelle ricerche e negli studi portati avanti con passione da tanti giovani dottorandi e ricercatori. Ascoltare la storia di Perusini, leggere le scoperte di una giovane grande ricercatore nel mondo è sempre una piccola meraviglia che  riempiono di speranza e  fanno sperare in un futuro migliore da costruire. Un grande scienziato, un grande uomo.

Ricordiamolo nella “malattia di Alzheimer-Perusini”.

Jakob Panzeri
Studente CdL Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Milano Bicocca

Bibliografia

  1. Bruno Lucci, La memoria ritrovata. Gaetano Perusini e Alois Alzherimer. Simone Volpato Studio Bibliografico, Padova, 2012
  2. “Memoria e Oblio, la malattia di Alzheimer-Perusini tra storia scientifica ed efficacia terapeutica”, convegno. Coordinato dal prof. Vittorio Sironi; ospiti proff. Carlo Ferrarese e Bruno Lucci, Università degli Studi di Milano Bicocca, Scuola di Medicina e Chirurgia, 11/03/2013

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