Quali sono le relazioni fra giudizio estetico e immagini di oggetti nel loro contesto abituale rispetto a immagini di oggetti in contesti anomali? E quali sono le sottostanti attività del cervello? Sono le domande che si sono posti i ricercatori dell’University College di Londra (UCL), a cui hanno cercato di rispondere con uno studio con risonanza magnetica funzionale (fMRI) pubblicato in questi giorni sulla rivista open access Plos One (Kirk U, The Neural Basis of Object-Context Relationships on Aesthetic Judgment, PLoS ONE 3:11, Nov 19, 2008). Risultati: gli effetti del contesto sul giudizio estetico modulano differenti sottosistemi di memoria, mentre il giudizio estetico indipendente dal contesto coinvolge regioni laterali e mediali della corteccia orbitofrontale.
Si è inoltre scoperto che le aree corticali visive tradizionalmente associate all’elaborazione delle caratteristiche visive vengono attivate in contesti normali, indipendentemente dalla valutazione estetica, mentre le aree prefrontali sono coinvolte in misura significativamente maggiore quando gli oggetti sono visti in contesti insoliti.
I ricercatori UCL hanno studiato su 15 soggetti con fRMI da 1,5 Tesla due effetti principali: condizioni normali > condizioni anormali; condizioni normali > condizioni anormali. Nel primo contrasto sono state osservate attivazioni bilaterali significative nel complesso occipitale laterale (LOC), oltre ad attivazioni bilaterali nel giro paraippocampale e nel lobulo parietale inferiore dell’emisfero destro. Nell’effetto principale inverso (condizioni anormali > condizioni normali) sono state osservate attivazioni bilaterali significative nel giro frontale mediale (MFG) e nel giro cingolato anteriore, in sovrapposizione con il giro frontale superiore mediale, oltre ad attivazioni nella giunzione temporo-parietale (TJP) sinistra, nel lobulo parietale inferiore (IPL) bilateralmente e nella corteccia retrospleniale di sinistra.
Come paradigma sperimentale sono stati utilizzati stimoli visivi in due versioni, una in cui lo stimolo era inserito in un contesto appropriato (es. una palma in un deserto), una in cui lo stimolo era inserito in un contesto anomalo (es. una palma su un iceberg). La presentazione dello stimolo era di durata 3500 ms seguita da un periodo di risposta (schermo nero) in cui ai soggetti era chiesto di esprimere il proprio giudizio estetico (attraente, neutro, non attraente) mediante pressione di un apposito tasto (2000 ms).
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