La percezione chemosensoriale dell’ansia sembra poter attivare automaticamente le risorse del cervello correlate all’empatia, dando luogo a un vero e proprio “contagio emotivo” basato sul sistema olfattivo. Lo ha scoperto un gruppo di ricerca coordinato da Bettina Pause dell’Università di Dusseldorf. Lo studio è pubblicato su Plos One (Prehn-Kristensen A et al., Induction of Empathy by the Smell of Anxiety, Plos One 2009).
La comunicazione di ansia e stress fra conspecifici attraverso segnali chemosensoriali è nota da precedenti studi animali su vertebrati e invertebrati. Nel nuovo studio, i ricercatori tedeschi hanno indagato come i segnali chemosensoriali dell’ansia trasmessi con il sudore di persone in procinto di sostenere un esame universitario vengono processati dal cervello umano, rispetto a segnali chemosensoriali di controllo ottenuti dagli stessi “donatori di sudore” durante una attività sportiva.
Gli stimoli chemosensoriali dei 49 donatori sono stati somministrati a 28 soggetti sperimentali mediante olfattometro. Con risonanza magnetica funzionale (fMRI su disegno evento relato) i ricercatori hanno poi potuto osservare che gli stimoli chemosensoriali relativi alla situazione ansiosa attivavano, rispetto a quelli relativi all’attività sportiva, aree del cervello coinvolte nella elaborazione delle stimolazioni emotive sociali (giro fusiforme) e nella regolazione dei sentimenti empatici (insula, precuneo, corteccia cingolata); è stata osservata inoltre l’attivazione dei sistemi di controllo attentivo (talamo e corteccia prefrontale dorsomediale) ed emotivo (verme del cervelletto).
I ricercatori hanno perciò concluso che la percezione chemosensoriale dell’ansia sembra poter automaticamente stimolare le risorse del cervello correlate all’empatia e che, nonostante le persone non siano in grado di differenziare gli stimoli chemosensoriali, il “contagio emotivo” sembra efficacemente mediato dal sistema olfattivo.
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