“L’8 Aprile si è costituita in Roma una Società Italiana di Neurologia. Il primo congresso scientifico della società sarà inaugurato in Napoli verso il 18 Ottobre di quest’anno e in tale occasione, a tenore dello Statuto, si procederà all’elezione del Consiglio direttivo”.

Correva l’anno 1907. E nel 2011 le celebrazioni del centenario SIN vengono coronate dalla pubblicazione di un prezioso volume, che ne ripercorre la storia (Antonio Federico et al., “Cento anni della Società Italiana di Neurologia. Le origini e gli sviluppi”, Edizioni SIN 2011).

In realtà, le origini della Società Italiana di Neurologia (SIN) risalgono a quasi cinquanta anni prima: essa infatti “gemma” dalla Società Italiana di Frenologia, fondata nel 1873, ma ha radici ancora più lontane, che portano alla sera del 2 Giugno 1861 (anno di svolta, nel bene e nel male, per il nostro Paese), quando, nel manicomio di Aversa, in occasione della Festa Nazionale, il direttore del locale “Reale Morotrofio”, dottor Biagio Gioacchino Miraglia, classe 1814, fonda la Società Frenopatica Italiana, lamentandosi un poco del fatto che lui “già nel 1849 aveva pensato a una società medico – psicologica, concetto nostro che, qui avversato per tristizia di tempi, fu poi attuato in Francia”…

Niente di nuovo sotto il sole, si potrebbe dire, pensando all’italica “tristizia” denunciata dal Miraglia proprio sul filo dell’unificazione dell’amata Patria, della quale da qualche mese a questa parte i “fazzoletti a tre colori sciorinati dai campanili” (per parafrasare il Verga) ci ricordano i 150 anni.

Un bel volume, dunque, quello dei neurologi italiani, capace di rievocare in parallelo la storia d’Italia insieme alla storia di un sodalizio nato con l’intento di dare concretezza – sempre nelle parole del Miraglia – a una “accademia scientifica dove si tratterà di psicolgia, di fisiologia, e spezialmente di fisiologia e patologia del cervello, di anatomia comparata e patologica”, con il preciso scopo di “sollevare gli infelici dal morbo che li flagella nell’intelletto”…

Come non ritrovare in queste parole, di indiscutibile lungimiranza, le migliori aspirazioni delle Neuroscienze dei giorni nostri?

Addirittura il Miraglia anticipava posizioni attualissime (e discutibilissime per il vero, ma pur sempre vive) quando sottolineava che “questo morbo che si chiama pazzia non è affezione subiettiva dello spirito, come ancora da molti si crede, ma bensì di quell’organo per mezzo di cui esso svolge e manifesta le sue facoltà”, ritenendo infatti “il vero concetto della pazzia qual morbo o affezione del cervello”.

La Società Italiana di Neurologia ha sempre vantato nomi illustri e di rilievo internazionale fra i suoi Soci. Solo nel “comitato promotore” del 1907 possiamo trovare anche Enrico Morselli, Eugenio Tanzi, Cesare Lombroso, Casimiro Mondino, Camillo Golgi (il “Nobel dimenticato”, come lo definì pochi anni orsono Paolo Mazzarello, uno dei suoi maggiori biografi).

Fra gli altri, nel corso degli anni – e il volume ne raccoglie “vite e opere”, compendiate da un ampio corredo fotografico d’epoca – alla SIN hanno fatto riferimento studiosi del calibro di Ottorino Rossi, Ernesto Lugaro, Leonardo Bianchi, Ugo Cerletti, Lionello De Lisi (del quale il volume riproduce un ritratto del 1953 realizzato da Giorgio De Chirico), Carlo Loeb, Carlo Berlucchi, Franco Basaglia, Giuseppe Moruzzi, Rita Levi-Montalcini.

“Il volume è una raccolta pensata per rimanere nel tempo, in modo da ricordare a tutti la nostra lunga storia, una storia fatta da personalità che hanno diversamente contribuito allo sviluppo della neurologia, che hanno costruito le varie scuole, e che nel tempo hanno rappresentato modelli di riferimento per gli allievi e per i neurologi in generale, in Italia e in tutto il mondo”, scrive nella prefazione il Professor Antonio Federico, presidente SIN e curatore dell’opera insieme a Giovanni Alemà, Giorgio Bernardi, Vincenz Bonavita, Mario Manfredi, Niccolò Rizzuto, Giorgio Zanchin.