ROMA – Al congresso di Roma della Società Italiana di Neuropsicologia (Sinp 2012) sono stati presentati i risultati di uno studio di E. Calzolari, A. Gallace, G. Vallar dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e G.L. Moselet del Sansom Institute che ha dimostrato come la tecnica dell’adattamento prismatico, efficace nella remissione temporanea del neglect, possa anche modulare la regolazione omeostatica.
Nella presentazione si è fatto il punto sull’efficacia dell’adattamento a prismi (AP) nella modulazione temporanea delle principali manifestazioni della negligenza spaziale unilaterale (NSU), sia visive sia in altre modalità sensoriali e a livello rappresentativo. L’adattamento a prismi (AP) che spostano la scena visiva si basa su processi sensori-motori di “rimappaggio” delle coordinate spaziali.
La negligenza spaziale unilaterale è un disturbo della cognizione spaziale nel quale a seguito di una lesione cerebrale il paziente ha difficoltà nell’esplorare lo spazio controlaterale alla lesione. Il grado massimo di questa sindrome riflette una condizione in cui il soggetto è del tutto incapace di percepire e concepire il lato affetto dalla sindrome.
E’ noto inoltre che le funzioni fisiologiche di base, quali il controllo omeostatico, sono parzialmente modulate dall’attività di aree associative coinvolte nella rappresentazione multisensoriale del corpo e dello spazio peripersonale.
In questo contesto, Calzolari e colleghi hanno realizzato uno studio che ha dimostrato come l’adattamento a lenti prismatiche in soggetti neurologicamente sani possa influire sulla termoregolazione degli arti. La temperatura corporea delle mani dei partecipanti è stata registrata prima, durante e dopo una sessione di AP (deviazione della scena visiva verso destra di 10°; AP ottenuto mediante puntamenti manuali ripetuti a bersagli visivi) e con prismi neutri che non spostano la scena visiva quale condizione di controllo.
I risultati hanno mostrato una variazione opposta della temperatura corporea dopo le due sessioni sperimentali: in pratica, l’AP causerebbe un decremento della temperatura, mentre le lenti neutre ne determinerebbero un aumento. Questi effetti avrebbero luogo in entrambe le mani. “I risultati – dicono i ricercatori – suggeriscono che l’AP agendo sui meccanismi coinvolti nella rappresentazione e nel mantenimento di una stabile e coerente rappresentazione multisensoriale del corpo e dello spazio moduli anche la regolazione omeostatica”.
Francesca Acerbi
Laboratorio di Comunicazione giornalistica
Università degli Studi di Milano Bicocca
Reference:
Congresso annuale della Società Italiana di Neusopsicologia (Sinp), Fondazione Santa Lucia, Roma, 9-10 Novembre 2012, http://www.sinp-web.org
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