Stati misti bipolari: BrainFactor intervista Allan Young

BERLINO – Di “Stati misti bipolari: la mania con caratteristiche depressive” ha parlato il Professor Allan Young, del Centro Disordini Affettivi dell’Istituto di Psichiatria del King’s College di Londra, al VII Congresso biennale della International Society for Affective Disorders (ISAD), tenutosi a Berlino a fine Aprile. In tale occasione, Marco Mozzoni, direttore di BrainFactor, lo ha intervistato.

Il disturbo bipolare è una condizione particolarmente complessa. Una recente indagine mostra che, nel corso di un episodio maniacale, il 64% dei pazienti si sente depresso; il 72% dei pazienti che manifestano mania con sintomi depressivi soffre di ansia, irritabilità e agitazione. Gli “stati misti” rappresentano una variante grave del disturbo bipolare, caratterizzata da ospedalizzazioni prolungate, maggior frequenza di episodi e ricoveri, maggiore compromissione e un elevato rischio di suicidio.

Il professor Allan Young ha la cattedra di Disturbi dell’Umore al King’s College di Londra ed è Direttore del Centre for Affective Disorders all’interno del Dipartimento di Medicina Psicologica dell’Istituto di Psichiatria. Gli interessi di ricerca del professor Young si concentrano sulla causa e il trattamento di disturbi psichiatrici gravi, in particolare dei disturbi dell’umore. Ha pubblicato più di 300 studi su riviste scientifiche internazionali e diversi libri sulla psicofarmacologia e sui disturbi affettivi.

Professor Young, a Berlino ha affermato che “gli stati misti rappresentano una grave manifestazione del disturbo bipolare”: quali di questi stati (maniacale a caratteristiche miste, depressivo a caratteristiche miste) è il peggiore e perché?

Risposta: il maniacale con depressione è probabilmente il peggiore, con un peggiore esito e un elevato rischio di suicidio.

La prevalenza di suicidio fra pazienti “mixed mania” (cioè in stato misto maniacale con sintomi depressivi) è vicina al 60% mentre è prossima allo 0% nei pazienti “pure mania” (cioè in stato maniacale puro). Perché? Possiamo considerare i sintomi depressivi un fattore specifico di rischio, oppure i sintomi maniacali puri una sorta di “fattore protettivo” nelle persone che soffrono di disturbo bipolare?

Risposta: la combinazione dell’aumentata attività e dell’umore depresso è la chiave per comprendere perché la mania con sintomi depressivi è così rischiosa…

Riuscirà il nuovo specificatore “with mixed features” introdotto con il DSM-5 per gli episodi maniacali e ipomaniacali ad aiutare i clinici nella diagnosi e nel trattamento dei pazienti con disturbo bipolare? Come?

Risposta: il nuovo DSM-5 consentirà una maggiore precisione di diagnosi, che dovrebbe poter guidare in maniera più accurata il trattamento.

I dati da lei presentati al congresso mostrano che “il rischio di suicidio è maggiore nei pazienti che presentano tre o più sintomi depressivi rispetto ai pazienti che ne presentano fino a due o non ne presentano affatto”. Avete per caso indagato “quale” di questi sintomi è determinante?

Risposta: è probabile che siano I sintomi depressivi di per sé piuttosto che uno specifico in particolare. Comunque, l’impulsività e l’aumento di energia si sono rivelati particolarmente importanti.

Il disturbo bipolare è da considerarsi una condizione trattabile o una condizione “cronica”?

Risposta: entrambi.

Secondo lei il disturbo bipolare è sottodiagnosticato?

Risposta: sì il disturbo bipolare è sottodiagnosticato.

Esiste la possibilità di effettuare screening nella popolazione?

Risposta: I mezzi per effettuare screening sono disponibili, ma sono poco utilizzati.

È possibile prevenire in qualche modo il disturbo bipolare?

Risposta: No, ma possiamo prevenire la ricaduta e la ricorrenza; minori sono gli episodi, minor danno arrecano alla persona.

Marco Mozzoni

Image credits: Shutterstock

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Marco Mozzoni
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