MILANO – Gli studenti del Laboratorio di Comunicazione giornalistica dell’Università degli Studi di Milano Bicocca ospiti oggi alle redazioni TG del gruppo Mediaset, nella storica sede di Palazzo dei Cigni a Milano 2. Sono stati accolti dal direttore editoriale Paolo Liguori, che ha tenuto loro una “lectio” sul giornalismo 3.0 e sulla deontologia professionale nell’era della riproducibilità digitale.
Come è cambiato il mondo del lavoro giornalistico negli ultimi anni? Liguori ha spiegato il funzionamento del “nuovo sistema editoriale avveniristico completamente multimediale che vede oggi in Mediaset giornalisti e produttori lavorare sulle stesse macchine, con accesso immediato alle immagini, alla realtà, per dare le notizie sempre…” Il giornalista integra la propria funzione “scrivendo testi, montando immagini, producendo e confezionando il servizio, rendendolo pronto all’uso, mandandolo in onda in diretta”.
“La nostra è una azienda in cui troverete una transizione in atto – ha detto Liguori -, quello che succederà fra qualche tempo nell’intero mondo del giornalismo: oltre a telegiornali tradizionali per orari fissi, un canale all news, per dare la fotografia della realtà adesso, per come ci appare ora, proprio mentre accade, quasi alla stessa velocità, con informazioni editate in una maniera sommaria ma immediata, per dare un’idea della realtà subito, 24 ore su 24″. E’ per questo che è ormai necessario integrare tutti i media disponibili, dai tradizionali ai più innovativi come i “social”, dalle agenzie a internet.
Il “direttore”
Liguori ha anche sottolineato che il presupposto vecchio di 60 anni che vuole che solo quello che si vede in TV esista, è ormai superato, perché il digitale ha cambiato tutto: “oggi non è più vero che se una notizia non la diamo non c’è, se non la diamo la darà qualcun altro, non è possibile che non ci sia: addirittura se non la dà nessuno c’è lo stesso, perché viene fuori dalla realtà di chi la produce, spesso il soggetto protagonista…” E basta uno smartphone.
E’ obbligatorio, dunque, che il giornalista arrivi almeno dove possono arrivare tutti, oggi, con la diffusione di tecnologie a portata di tasche dalle capacità impensabili solo qualche anno fa, ma “24 ore su 24, in una modalità mobile, interattiva, di uso e riuso dell’informazione”.
Il sistema giornalistico di Mediaset fa perno in sostanza su una “agenzia all news” che opera a ciclo continuo, la quale fornisce diversi canali “satelliti”, con grande incremento di produttività e contenimento dei costi, come ha spiegato Roberto Voltolini, che ha affiancato il direttore nell’incontro con gli studenti milanesi.
Giornalisti in formazione…
In questo mutato contesto in cui tutti in realtà possono mettere facilmente in rete un filmato ripreso col telefonino, risulta importante approfondire in prima battuta proprio le questioni etiche, ricordando ai più la precisa deontologia della professione giornalistica.
Liguori al proposito ha messo in evidenza che i nuovi problemi di cui oggi la comunicazione ci presenta il conto sono dovuti proprio alla sua “invasività, ripetitività, ciclicità”, proprio alla sua “riproducibilità tecnica” come direbbe Benjamin. “Per questo oggi la deontologia deve essere messa al primo posto – ha concluso il direttore: mentre monti un servizio non puoi non porti il problema dell’effetto dell’effetto…”
Accompagnati da Giordano Roverato e Vittorio Sacchi, gli studenti hanno poi visitato le redazioni di TGCOM24, TG4, Studio Aperto e Striscia la notizia, assistendo alle fasi salienti di preparazione delle notizie, di montaggio dei filmati e di messa in onda dei TG.
Laboratorio di Comunicazione giornalistica
Università degli Studi di Milano Bicocca
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