Il fattore di crescita neurale proBDNF, precursore del fattore neurotrofico BDNF, sarebbe presente e potenzialmente attivo già in fase perinatale, periodo durante il quale vengono affinati i network cerebrali e le regioni deputate ai processi di memoria. Lo sostiene uno studio coordinato dal Weill Cornell Medical College di New York pubblicato su Nature Neuroscience (Jianmin Yang et al., Neuronal release of proBDNF, Nature Neuroscience, Jan 2009).
Il proBDNF (Pro–brain-derived neurotrophic factor) è il precursore del fattore di crescita neurotrofico cervello derivato BDNF: entrambi sono attivi nell’ippocampo e nella corteccia cerebrale, regioni chiave nei processi di apprendimento, memoria e pensiero. Allo stesso tempo, il proBDNF e il BDNF stimolano azioni differenti: il BDNF promuove la differenziazione di nuovi neuroni e delle loro parti costituenti (assoni, dendriti e sinapsi), mentre il proBDNF promuove lo sfoltimento sinaptico, processo caratteristico delle prime fasi di vita.
Al Weill Cornell Medical College è stata sviluppata una nuova tecnica grazie alla quale è stato possibile osservare quando e dove il proBDNF e il BDNF venivano prodotti in un modelli animali. Con tale tecnica i ricercatori americani hanno scoperto che il proBDNF viene espresso alla massima quantità nell’ippocampo durante il periodo postnatale (nel topo dal terzo al ventunesimo giorno), quando si formano assoni e sinapsi in gran numero. Hanno scoperto che anche i recettori p75 risultano particolarmente espressi. I p75 sono una classe di recettori che codifica un “dominio di mortalità” in cui i neuroni vengono “potati” o portati alla morte. I ricercatori ipotizzano dunque che le espressioni del proBDNF e del p75 siano coordinate, presenti in maggiore quantità nel ratto giovane, a livelli minori e maggiormente localizzati nei cervelli di ratti adulti.
“I nostri risultati indicano che il sistema nervoso gioca un ruolo attivo sia nel potenziamento che nella riduzione della propria attività, al bisogno”, spiega in una nota stampa Barbara Hempstead, autore principale dello studio e fra i principali ricercatori modiali sulle neurotrofine.
“Quando siamo giovani abbiamo la capacità di imparare una moltitudine di cose e acquisire diverse competenze, ma quando invecchiamo i nostri circuiti neurali si affinano, rispondendo maggiormente a cose che facciamo su base ripetitiva. Il rafforzamento e la potatura sinaptica, unitamente all’affinamento progressivo dei circuiti cerebrali, ci consentono una comunicazione nervosa sempre più efficiente. La questione è sempre stata: come possiamo affinare e rinforzare le sinapsi che vogliamo mantenere ed eliminare quelle che consideriamo rumore di fondo? La nostra ricerca può dare risposte a queste domande”, conclude la Hempstead.
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